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Ghəi Chinəsi
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Iniziata casualmente perché Netflix me la consigliava, avendo letto (niente sulla trama) solo di qualche mutual su Twitter in lacrime per questo fantomatico episodio tre e quindi mi chiedevo che c'avesse di così sconvolgente questo drama giapponese.
In realtà nulla. Per chi è abituato all'intrattenimento giapponese non sarà nuovo di survival game, da Battle Royale è stato un susseguirsi di prodotti che ne riprendevano l'impostazione cambiando qualche cosa, ma riuscendo raramente ad eguagliarne la profondità. Così su due piedi me ne vengono in mente almeno 5 di anime/manga/altro simili. Infatti, Alice in Borderland non è diverso e l'associazione ad Alice nel Paese delle meraviglie neanche tanto immediata o giustificata.
Arisu (da qui Alice eh eh  ) è un neet che passa le giornate a giocare ai videogiochi, isolato da tutti, tranne che dai suoi due unici amici Karube e Chota, con i quali ancora si diverte a combinare guai che solo i giapponesi potrebbero considerare un problema per la quiete pubblica. Mentre vengono inseguiti dai poliziotti per aver gettato Shibuya nel caos (per essersi messi a fare gli scemetti in mezzo alla strada letteralmente 10 secondi) si ritrovano improvvisamente in una Tokyo svuotata di tutti i suoi abitanti. Il giorno stesso scoprono di non essere completamente soli, ma di dover partecipare e completare dei game insieme ad altri giocatori per poter prolungare il loro visto in questa città fittizia. Chi perde o rinuncia, muore.
La cosa più intrigante della serie è sicuramente la struttura dei game, che ti stimolano a trovare una soluzione insieme al protagonista. All'inizio di ogni gioco viene comunicata la modalità e la difficoltà sulla base dei semi e dei numeri delle carte francesi. Chi vince prolunga la sua permanenza in base al numero della carta, ma non si sa chi e quando potrà tornare nel mondo vero.
La trama è semplice, un po' scontata. Diventa più appassionante con l'introduzione della "Spiaggia", ma anche in quella ho trovato qualcosa che non mi convinceva. Come il fatto che lì si trovassero boh almeno cinquecento persone, ma in giro per Tokyo poi non si vedeva nessuno, addirittura al primo game erano in 5 (di cui 3 erano Arisu e i suoi amici). E perché se lo scopo del Cappellaio era accumulare tante carte non andava in giro a reclutare quante più persone possibili?
Leggo in alcune recensioni (cito una a caso):
CITAZIONE Tuttavia, Arisu non è un comune sfigato videogioco-dipendente: è un giovane dotato di intuizioni logiche superiori, talento che costituirà l’unica chance di sopravvivenza per lui e per i suoi migliori amici
Ma basta con questa idea che tutti i videogiocatori siano stupidi. I videogiochi stimolano lo spirito di sopravvivenza e se usati intelligentemente aiutano ad sviluppare sempre nuove vie di fuga nelle situazioni di pericolo. Quindi perché uno che gioca ai videogiochi dovrebbe essere svantaggiato confronto al classico lavoratore giapponese stereotipato che si dedica totalmente al suo lavoretto da impiegato medio? Che poi per essere uno sfigato è uno sfigato, già solo il fatto che si ritrovi in un mondo in cui è destinato a morire mi sembra una bella sfiga 
Comunque a me sto episodio 3 non mi ha fatto né caldo né freddo, anzi mi aspettavo una cosa del genere già dal primo game In generale comunque non mi è dispiaciuto, vorrei sapere come va a finire quindi spero presto nella seconda stagione oppure mi butterò sul manga da cui è tratto. Chissà se le mie intuizioni sono azzeccate.
Edited by Yama e bbasta - 2/2/2021, 01:18
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l'ho ìnìzìato qualche sera fa, dovreì vedere ìl secondo epìsodìo ma ho sonno
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Facci sapere cosa ne pensi comunque godibile come serie, soprattutto per i neofiti del genere. Alla fine gli ultimi 2/3 episodi me li sono sparati tutti nella stessa giornata, quindi sicuro a tenere l'attenzione alta ci riesce.
Unica pecca veramente grave è la recitazione di alcuni personaggi che non sembrano quasi credibili, uno di questi poi dal trailer chissà che mi aspettavo invece lol terribl 
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alla fìne ho tìrato avantì grazìe a deì pancakes col gelato, e me la so vìsta cmq a me non dìspìace, è sìcuramente avvìncente
sulla recìtazìone, non sono un esperto dì drama japan, ma a me sembra nella medìa
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Arrivano dopo i personaggi terrib. Gli attori che si vedono all'inizio sono bravi. Ma infatti ripeto, a me non è dispiaciuta alla fine la fotografia è bella e ti invoglia a guadagnarlo, però non è una novità come ho letto in giro (dopo averlo visto).
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