Riassunti Letteratura Inglese, programma letteratura ebraica americana

Docente Gebbia A.

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    Ghəi Chinəsi

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    Storia degli ebrei in pillole

    [INGHILTERRA]
    Abbiamo prova del passaggio di ebrei in terra inglese fin da prima dell'Epoca Romana (addirittura prima dell'assedio di Gerusalemme), ma è proprio in questo periodo che avviene una vera e propria connessione tra popoli, poiché mercanti e prigionieri provenienti dalla Palestina raggiunsero tutte le provincie dell'Impero; Britannia compresa (attestabile da diverse prove tangibili raccolte, come monete provenienti dalla Giudea). Sembra però che nessuno si stanziò mai nel territorio, infatti non nacquero né sinagoghe né comunità; soprattutto a causa del Cristianesimo (che influenzava la vita degli ebrei in tutta Europa).
    Un periodo relativamente pacifico è quello del regno di Enrico III, il quale dalla Magna Carta ometteva clausole riguardanti gli ebrei, portando ad un miglioramento delle loro condizioni di vita, grazie soprattutto al diritto conferitogli di vivere in alcune città britanniche.
    Questa condizione non durò molto, sempre a causa dell'influenza della Chiesa. Questa li considerava causa dell'espandersi dell'eresia in Europa, portando al ripristino (e all'incremento) di restrizioni nei loro confronti, combattendoli soprattutto sul fronte delle attività remunerative, in particolare dell'usura. Anche Edoardo I prese provvedimenti a riguardo, seppur continuasse a tollerarli se in grado di portare beneficio economico alla Corona. Ne seguì un impoverimento drasticamente le comunità presenti, le quali ebbero vita precaria. Infatti, durante il Periodo Medievale, tra le comunità ebraiche nei principali Paesi dell'Europa occidentale, quella inglese non spiccava di importanza (né numerica né culturale).
    L'Espulsione del 1290, inoltre, portò via sulle 16mila persone (forse anche di più) e solo 19 comunità ne furono esentate (al tempo si contavano circa 2000 ebrei a Londra).
    Nel XVII sec ci fu un miglioramento delle condizioni dovuto ad una tendenza filo-semitica che andò a svilupparsi in certi circoli inglesi e ad un movimento in favore della tolleranza religiosa.

    [SPAGNA]
    1391: Inizio delle persecuzioni antiebraiche, 150mila vittime del massacro compiuto dai cattolici, portando alla sparizione di intere comunità e ad un drastico impoverimento di quelle sopravvissute.
    XV sec: Ripresa del popolo ebraico, sempre visto come "anti modello" del cristiano. Sono però gli stessi Re cattolici a servirsi di ricchi ebrei, per i loro servigi e consigli. In questi anni, a causa delle persecuzioni, aumentò drasticamente il numero di conversi e molti di questi divennero i peggiori nemici degli ebrei non appena passati a nuova fede.
    1449: Rivolta di Toledo ai danni dei conversos, accusati di occupare alte cariche cittadine allo scopo di privare Juan II del suo potere, eresia e di non essere in grado di assumere nessun incarico perché "infami, inabili, incapaci e indegni". L'usura continua ad essere stigmatizzata, anche molto diffusa persino tra i cristiani (probabilmente fomentando l'espulsione dei concorrenti ebrei si cercò di agevolare lo sviluppo dell'organizzazione bancaria cristiana).
    1492: Editto di espulsione che portò a massacri e legislazioni discriminanti, ponendo fine alla convivenza di culture e religioni che caratterizzava la Spagna. Causa delle insofferenze: i connotati antisemiti delle sollevazioni popolari di quegli anni; la rivalità nei confronti del prestigio e delle ricchezze degli ebrei; le crisi economiche dovute a carestie, inflazione ed epidemie. Le classi dirigenti sfruttarono il malcontento popolare, andando ad alimentare l'antisemitismo latente delle masse, deviando il sentimento d'odio verso tale minoranza. Questo portò alla fine della millenaria permanenza del popolo ebraico nella terra di Sefarad, che però non sancì un distacco definitivo poiché quelle persone si sentivano ed erano spagnole a tutti gli effetti: portarono e tramandarono la lingua, la cultura e le tradizioni anche nei luoghi della diaspora, così come non dimenticarono mai il senso di appartenenza a quelle terre.

    [PORTOGALLO]
    1492: Molti dei Sefarditi espulsi dalla Spagna, emigrarono in Portogallo.
    1496: Re Emanuele I diede ordine ai Sefarditi del Portogallo di lasciare il Paese in 10 mesi, ma poiché non era sua intenzione perdere i soggetti più istruiti e creativi del regno, costrinse circa 1/5 della popolazione a convertirsi al Cristianesimo. Credeva che questi Marranos sarebbero stati assimilati con le generazioni, invece rimasero ebrei nei cuori, osservando in segreto la religione ebraica.
    1506: A causa di una rivolta cittadina alla cui testa vi era un monaco domenicano, che devastò Lisbona per 3 giorni e portò alla morte di 4000 ebrei convertiti, il re rimosse le restrizioni sui viaggi imposte ai Nuovi Cristiani; questo portò ad un gran numero di Marranos che lasciarono il Portogallo in favore di altre città europee.

    1585: l'Inghilterra protestante entrò in guerra con la Spagna cattolica (la quale aveva annesso il Portogallo nel 1580) poiché questa voleva ristabilire in cattolicesimo in Gran Bretagna, preparandosi ad invaderla. Londra era già il centro del mondo dei commerci dei Marranos. In questo periodo, Hector Nunes (nato da genitori convertiti con la forza al cristianesimo) divenne uno dei dottori più ricercati al servizio di Lord e Signori e sotto la copertura di numerosi commerci, nascondeva le sue attività di spionaggio. Quando nel maggio 1588 "l'invincibile" Armata spagnola partì da Lisbona con 140 navi, 25mila uomini e 180 preti per invadere l'Inghilterra nel nome del cattolicesimo ed estirpare il protestantesimo, questa era già pronta ad affrontare la flotta, facendone tornare indietro meno di 70 navi. L'Inghilterra fu salvata e la sconfitta dell'Armata spagnola ebbe grande importanza, sia dal punto di vista militare e politico, che religioso.

    [AMERICA]
    1492: Con Cristoforo Colombo inizia la storia degli ebrei in America, poiché nel suo viaggio portò con sé un gruppo di influenti ebrei. Furono tre Marranos a convincere la Regina a finanziare il viaggio (quanto oro avrebbero trovato in India e quanto avrebbe guadagnato lei). Vi erano poi altri cinque ebrei (tra cui due medici e un interprete) ed inoltre gli strumenti astronomici e le mappe di navigazione erano di origini ebraiche.
    1654: L'immigrazione fu fortemente rivolta al Sud America (principalmente Brasile), questa però, a causa dei conflitti tra brasiliani e olandesi, fu deviata verso quello che oggi è lo stato di New York (allora New Amsterdam) dando vita alla prima comunità ebraica del Nord America. Gli olandesi furono sempre molto tolleranti nei confronti degli ebrei, poiché abili mercanti in grado di contribuire all'espansione commerciale (ne è la prova la florida comunità di Amsterdam), gli fu infatti concesso di affittare case, esercitare il culto e i precetti alimentari, anche se il Governatore (non particolarmente favorevole alla loro presenza) gli vietò di costruire una sinagoga e, in seguito, cercherà anche di impedirgli di esercitare il loro diritto di mercatura. L'America aveva già assunto i tratti di una possibile nuova Sion.
    1777: Tutti gli Stati Uniti mantengono l'obbligo di cristianità nelle cariche pubbliche, ad eccezione dello Stato di New York, che in questo anno sancisce il diritto a tutti. New York divenne il principale porto per gli ebrei e anche se durante la Rivoluzione Americana molti si spostarono verso Philadelphia, la maggior parte di loro vi fecero poi ritorno alla prima opportunità. NY è il più grande ghetto ebraico del mondo, da dove la maggior parte delle importazioni ed esportazioni americane vengono tassate. La città era praticamente in mano agli ebrei, spesso chiamata infatti la Nuova Gerusalemme.
    Nel 1850 e nel '900 si hanno nuove ondate migratorie provenienti dall'Europa, dove dal 1881 al 1921 erano in atto sommosse antisemite dette Pogrom.

    [CANADA]
    Sebbene in America agli ebrei fosse stato riconosciuto lo status di cittadini, in Canada la faccenda era più complicata, poiché vanno a scontrarsi due diversi contesti:
    - quello francese, che ha un atteggiamento ambiguo nei confronti degli ebrei (impegnati nel commercio e nell'attività economica, gli era però stato vietato di entrare nelle zone della Nouvelle France);
    - quello inglese, che sì in passato avevano espulso gli ebrei, ma nel 1753 erano stati naturalizzati dal Parlamento, con un conseguente crollo delle barriere.
    Comunque gli ebrei entrano in Canada attraverso svariate vie (clandestine e non), nel 1768 viene fondata la comunità di Montreal e nel '77 costruita la prima sinagoga del Canada. Gli ebrei canadesi però volevano rimanere una congregazione chiusa, aristocratica, ma allo stesso tempo mantenere rapporti con le altre comunità meridionali. Questa stagnazione impedì la crescita della comunità e ne rallentò il progresso. Inoltre venne a crearsi un violento clima di antisemitismo che proseguirà fino al 1828, e solo nel 1831 gli ebrei conquisteranno la piena emancipazione e la completa parità dei diritti.
    Nel 1850 anche il Canada viene interessato dalle nuove ondate migratorie, ma la differenza di usi e costumi tra ebrei canadesi e immigrati porta ad una spaccatura. Montreal vecchia diventa un "rising Shtetl" (gli Shtetl sono strutture comunitarie fondate sulla famiglia e guidate da un rabbino, dove non esiste nessuna forma di proprietà privata e di denaro, una forma di isolamento voluto) una specie di ghetto in cui viene ricreata l'atmosfera nostalgica della terra di origine e si parla yiddish.


    Dispensa Gebbia

    Ebrei in Inghilterra

    [Fino al 1189]
    Anche non è improbabile che l'arrivo di alcuni ebrei in terra Britannica sia precedente all'Epoca Romana, è in questo periodo che avviene una vera e propria connessione tra popoli, quando mercanti e prigionieri provenienti dalla Palestina raggiunsero ogni provincia dell'Impero.
    L'esistenza di una comunità ebraica è presupposta già da prima dell'assedio di Gerusalemme (70 dC) ed è dopo questo avvenimento che l'Impero Romano viene sommerso da schiavi palestinesi, Britannia compresa (attestabile da diverse prove tangibili raccolte, come monete provenienti dalla Giudea). Comunque che ci siano state visite individuali al Paese o no, è sicuro che nessuno stanziò nel territorio in modo permanente, non furono fissate comunità e neanche costruite sinagoghe. Senza contare che l'ascesa del Cristianesimo andò a minare la vita sociale ed economica di quelli che in Europa avevano cercato di stabilizzarsi.

    [1189 - 1216]
    Enrico II imbracciò la Croce e assolse il suo impegno con le Crociate per liberare la Terra Santa dagli infedeli (voto ripreso poi dal figlio Riccardo Cuor di Leone). Inevitabile l'aumentare dell'intolleranza degli inglesi nei confronti degli ebrei.
    Leggi anti-ebrei del Terzo Concilio Laterano.
    All'incoronazione del nuovo Re, fu vietato a donne ed ebrei di essere ammessi a Westminster, ma una delegazione delle comunità ebree si presentò ugualmente, con ricchi doni (probabilmente sperando in un rinnovo dello statuto concesso da Enrico I che gli conferiva dei privilegi). Alcuni ne approfittarono per entrare e furono brutalmente buttati fuori, picchiati e calpestati a morte. Voci cominciarono a girare per Londra, le quali riportavano che il re aveva dato ordine di sterminare gli ebrei.

    [1216 - 1272]
    Con il regno di Enrico III fu ripristinato ordine e stabilità.
    Magna Carta: ometteva le clausole riguardanti gli ebrei e non furono mai reinserite nelle modifiche che vi furono apportate in seguito. Furono date istruzioni di rilasciare gli ebrei imprigionati sul finire del precedente regno e in alcuni casi i titoli sequestrati furono ripristinati.
    Anche con le Corciate proclamate dal Papa (1215), gli ufficiali reali ricevettero ordine di sanzionare chiunque fosse stato ritenuto responsabile di oltraggio a chi posto sotto le loro cure, così andava confermandosi il diritto degli ebrei in vivere in alcune città (come York, Lincoln, Stamford, Bristol ecc).
    Di conseguenza al miglioramento delle condizioni di vita degli ebrei, ricominciarono le immigrazioni di quelli che con il precedente regno erano fuggiti.
    La politica dell'autorità ecclesiastica era molto più dura e con il Quarto Concilio Laterano (1215) la comunità ebraica fu profondamente colpita: considerati la causa dell'espandersi dell'eresia in Europa, furono ripristinate (ed incrementate) le restrizioni nei loro confronti, da parte della Chiesa.

    [1272 - 1290: L'espulsione]
    1274: al suo ritorno dalle Crociate contro i Saraceni, Edoardo I deve fare i conti con il problema degli ebrei in Inghilterra. Quelli che non erano in grado di pagare le esazioni furono banditi, come in passato tollerati se in grado di portare beneficio alla Corona.
    All'estero, i cristiani combattevano contro l'usura e anche Edoardo prese provvedimenti a riguardo.
    Gli ebrei: impoveriti, con restrizioni sulle loro attività e la Chiesa che sopprimeva l'usura.

    [Periodo Medievale]
    Precaria fu l'esistenza delle comunità ebraiche in Inghilterra dalla fine dell'XI sec alla fine del XIII, per così dire "artificiale": creata dai Normanni e i Plantageneti.
    Durante il Periodo Medievale, tra le comunità ebraiche nei principali Paesi dell'Europa occidentale, quella Inglese era senza dubbio la meno importante (sia numericamente che culturalmente). L'Espulsione del 1290 portò via sulle 16mila persone (forse anche di più). Solo 19 comunità furono esentate dall'espulsione.
    La comunità di Londra probabilmente non contava più di 2000 persone.

    [1290-1609]
    Comunque impossibile che l'esclusione degli ebrei da ogni terra sia avvenuta in modo assoluto. Nel periodo a seguito del 1290, le vittime delle persecuzioni vedevano le terre intorno al Canale e al Mare del Nord come un potenziale rifugio. Ci fu comunque una molto probabile seconda espulsione intorno al 1358.
    In questo periodo comunque ci furono ebrei che riuscirono ad arrivare nel Paese:
    - 1318: ebreo di nome Isaac catturato da un soldato;
    - 1376: si credeva che gli usurai Lombardi covassero Saraceni ed Ebrei al loro interno;
    - 1410: Enrico IV portò con se Elias Sabot, un medico ebreo, e i suoi dieci seguaci, e poté praticare la medicina in ogni parte del reame.
    Nel frattempo, la Domus Conversoru, fondata da da Enrico III (istituzione a Londra per ebrei convertiti al cristianesimo), non fu mai vuota. Al tempo dell'Espulsione conteneva circa cento persone. Fino al suo declino (XVII sec) ci furono sempre un certo numero di internati a giustificarne l'esistenza.

    [1609 - 1664: Riammissione]
    Lo sviluppo della religione nel XVII sec portò ad una tendenza filo-semitica in certi circoli inglesi. Ci fu un ritorno alla Bibbia dal punto di vista del Puritanesimo. Oltre questo ebbe luogo un movimento in favore della tolleranza religiosa, che si sarebbe dovuta estendere a tutti.
    "Religions Peace, or, a Plea for Liberti of Conscience" di Leonard Busher (1612): la prima pubblicazione inglese in cui veniva sostenuta la libertà di religione.



    [Carla Perugini - Espana vs Sefarad]
    Fra il 1391 e il 1492 - ebrei in Spagna:
    - 1391: inizio delle persecuzioni antiebraiche, 150mila vittime del massacro compiuto dai cattolici, portando alla sparizione di intere comunità e ad un drastico impoverimento di quelle sopravvissute.
    - fine del XIV sec: Pogrom
    - a partire dal XV sec: l'immagine dell'ebreo si conferma sempre più un "anti modello" di quella del cristiano. Nella letteratura spagnola l'invettiva e la satira cambiano bersaglio e si spastano da un particolare tipo di ebreo alla generalizzazione, riferendosi a tutta la razza.
    - II decennio del XV sec: ripresa del popolo ebraico. Fino al 1942, gli stessi Re Cattolici continuarono a servirsi di ricchi ebrei, per consigli e servigi
    - Hernando del Pulgar: segretario converso e cronista dell'epoca per la regina Isabel che si distinse per la pacatezza delle sue argomentazioni, limitandosi a riferire fatti e dati senza odio né troppi commenti verso gli ebrei; al contrario suo, molti conversi divennero i peggiori nemici degli ebrei non appena passati a nuova fede. Ovviamente né le sue né le parole di altri illuminati poterono fermare la repressione. Il numero di conversi aumentò drasticamente in quel periodo, a causa delle persecuzioni.
    - metà del '400: opera anonima, violenta e diffamatoria, contribuì all'inasprimento dei rapporti e alla maniacalità della purezza degli alberi genealogici. La letteratura contribuisce a creare un clima di emarginazione e di assolutismo dottrinario
    - 1449: Rivolta di Toledo ai danni dei conversos, accusati di occupare alte cariche cittadine, per contrastare e privare del suo potere Juan II; accusati di eresia e di non essere in grado di assumere nessun incarico perché "infami, inabili, incapaci e indegni". Qualche anno prima Diego di Vaierà aveva assegnato patenti di nobiltà in base alle virtù dell'individuo e non all'appartenenza ad una fede, ora cercavano di provare l'esistenza di un complotto internazionale ebraico, destinato a corrompere la cristianità, attraverso un panflet su una presunta corrispondenza tra due ebrei, uno di Toledo e l'altro di Costantinopoli. L'usura continua ad essere lo stigma del popolo, anche se nel sistema economico medievale questa era molto diffusa anche tra i cristiani, considerata legittima (nei limiti della legge dello Stato) nonostante il cristianesimo la vietasse; questa contribuì allo sviluppo dell'organizzazione bancaria cristiana, fomentando l'espulsione dei concorrenti ebrei.
    - marzo 1492: Editto di espulsione che portò a massacri e legislazioni discriminanti, ponendo fine alla convivenza di culture e religioni che caratterizzava la Spagna. Cambiamenti decisivi, non sempre causa dei connotati antisemiti delle sollevazioni popolari di quegli anni, ma dovute anche alla rivalità nei confronti dal prestigio e le ricchezze degli ebrei e dalle crisi economiche dovute a carestie, inflazione ed epidemie. Il malcontento popolare andò ad alimentare l'antisemitismo latente delle masse (sfruttato dalle classi dirigenti), come valvola di sfogo, deviando l'odio verso una minoranza. Fine della millenaria permanenza del popolo ebraico nella terra di Sefarad, che però non portò ad un distacco definitivo poiché quelle persone si sentivano ed erano spagnole a tutti gli effetti, portarono e tramandarono la lingua, la cultura e le tradizioni anche nei luoghi della diaspora, così come non dimenticarono mai il senso di appartenenza a quelle terre.



    [How the Portuguese Secret Jews (Marranos) Saved England]
    1290: Espulsione
    1656: Rabbino Menasseh, un israeliano di Amsterdam nato a Lisbona da un Nuovo Cristiano, riuscì a convivere Cromwell che sarebbe stato giusto e che avrebbe portato profitti riammettere gli ebrei in Inghilterra. Anche se la richiesta di Cromwell fu declinata dal Parlamento, gli ebrei portoghesi acquisirono il diritto a vivere, lavorare e predicare in Inghilterra, anche se fino al XIX sec non ebbero pari diritti agli altri abitanti.
    Portogallo ed Inghilterra ebbero l'alleanza più solida e duratura del mondo (dal 1386 con il matrimonio di Giovanni I del Portogallo e una cugina di Riccardo III), ma mentre l'aiuto che gli inglesi diedero al Portogallo contro invasori napoleonici è molto conosciuta, il salvataggio dell'Inghilterra da parte di ebrei portoghesi è stata tenuta segreta.
    Fino a poco fa si credeva che in Inghilterra non ci fossero ebrei tra il 1290 e il 1656, in realtà era presente una comunità "segreta" di ebrei portoghesi (che si definivano cattolici o protestanti/Marranos) stabilizzatasi durante il regno del Re Enrico VIII ed Elisabetta I.
    1492: i Sefarditi furono espulsi dalla Spagna, incrementando il numero di credenti che emigrarono in Portogallo
    dicembre 1496: il Re Emanuele I diede ordine ai Sefarditi del Portogallo di lasciare il Paese in 10 mesi, ma poiché non era sua intenzione perdere i soggetti più istruiti e creativi del regno, costrinse circa 1/5 della popolazione a convertirsi al Cristianesimo. Credeva che questi Marranos sarebbero stati assimilati con le generazioni, invece rimasero ebrei nei cuori, osservando in segreto la religione ebraica.
    aprile 1506: un monaco domenicano si mise a capo di una folla per le strade di Lisbona e per 3 giorni devastò la città, uccidendo 4000 ebrei convertiti. Il re impiccò i domenicani e rimosse le restrizioni sui viaggi imposte ai Nuovi Cristiani. Questo portò ad un numero elevato di Marranos che lasciarono il Portogallo e si stabilizzarono in altre città europee.
    1512: la Casa di Mendes, la quale ebbe il monopolio del traffico di pepe. L'erede dei Mendes, Dona Garcia, passò per Bristol nel 1537, in viaggio da Lisbona per assistere il cognato a Antwerp. La comunità di Bristol, al tempo, era piccola ma vivace e teneva messe in segreto.
    1540: Gaspar Lopes, cugino di Diogo Mendes (cognato di Dona Garcia) fu arrestato a Milano, mettendo a rischio la comunità di Bristol. Durante il regno di Edoardo VI, la comunità di Bristol riprese vita.
    Durante l'espansione commerciale sotto la Regina Elisabetta, i Marranos tornarono a centinaia a Londra. Attraverso un'estesa rete di legami familiari, i Marranos istituirono rotte commerciali con l'Oriente. Londra prese il posto di Lisbona come centro del mondo.
    1585: l'Inghilterra protestante entrò in guerra con la Spagna cattolica (la quale aveva annesso il Portogallo nel 1580) poiché questa voleva ristabilire in cattolicesimo in Inghilterra in nome del Papa, e si preparò ad invaderla.
    Hector Nunes: nato da genitori convertiti con la forza al cristianesimo, divenne uno dei dottori più ricercati al servizio di Lord e Signori. Sotto la copertura di numerosi commerci, nascondeva le sue attività di spionaggio. Aveva a disposizione un'estesa rete di informatori e la sua figura era tanto importante per il governo che il Consiglio privato della Corona lo protesse dai creditori. Fu trattato come nessun altro mercante portoghese del periodo.
    maggio 1588: "l'invincibile" armata spagnola partì da Lisbona con 140 navi, 25mila uomini e 180 preti, per invaderla nel nome del cattolicesimo ed estirpare il protestantesimo. L'Inghilterra era però pronta ad affrontare la flotta spagnola e furono meno di 70 navi a tornare indietro. L'Inghilterra fu salvata e la sconfitta dell'armata spagnola ebbe grande importanza, sia dal punto di vista militare, politico che religioso.



    [Jewish History in the USA]
    La storia degli ebrei in America comincia con Cristoforo Colombo, nel 1492, poiché nel suo viaggio aveva portato con se un gruppo di ebrei; non rifugiati, bensì influenti ebrei che avevano sostenuto la sua causa. Furono tre Marranos infatti a lavorare sull'immaginazione della Regina (su quanto oro avrebbero trovato in India) spingendola a finanziare il viaggio di Colombo (un importante mercante di Valencia, il tesoriere reale e il ciambellano di corte). Associati a Colombo, durante il viaggio, altri cinque ebrei (un interprete, due medici, e altri due), inoltre gli strumenti astronomici e le mappe di navigazione avevano origini ebree.
    Fin dagli inizi gli ebrei vedevano l'America come un campo fruttuoso e l'immigrazione fu fortemente rivolta al Sud America (principalmente Brasile), la quale però, a causa dei conflitti tra brasiliani e olandesi, fu deviata verso quello che oggi è lo stato di New York.
    Durante la loro storia agli ebrei furono vietate innumerevoli cose (dall'entrare nel servizio pubblico, all'aprire negozi o al commerciare con l'estero), questo però li portò ad eccellere in tutto il resto, e l'idea di "ristrutturazione" assunse valore commerciale per loro (persino lavorando i rifiuti/gli scarti), trasformando le avversità in successo.
    New York divenne il principale porto per gli ebrei (grazie a Peter Stuyvesant) e anche se molti si spostarono verso Philadelphia durante la Rivoluzione Americana, la maggior parte di loro tornarono a NY alla prima opportunità, considerata il loro principale paradiso del guadagno. NY è il più grande getto ebraico del mondo, il portale dove la maggior parte delle importazioni ed esportazioni americane vengono tassate. La città era praticamente in mano agli ebrei, spesso chiamata infatti la Nuova Gerusalemme.
    La caratteristica della formula commerciale degli ebrei è sempre stato il loro vedere l'economia per il bene degli affari e del denaro, non del pubblico. La loro persistente ambizione di diventare maestri nel loro lavoro e arrivare ai vertici delle aziende/dei negozi in cui lavorano, li ha sempre resi in grado di lavorare senza sentirsi mai oppressi o vittime di ingiustizie (cose che in realtà dovrebbero opprimere chi vive in uno stato di povertà), spendendo le loro energie a migliorarsi invece di lamentarsi di quello che hanno. Questo è ottimo per l'individuo, ma nocivo per la società (donano per i danni sociali, ma non pensano a riformare il metodo che causa il danno). Il loro modo di agire li ha portati ad avere sempre successo in tutto ciò a cui si sono dedicati, ad esclusione dell'agricoltura (troppo semplice ed ordinaria, forse)
    Gli ebrei però non vogliono essere assimilati, condividono i loro ideali, ma vogliono continuare a mantenere il loro essere esclusivi e il senso di non-appartenenza. Il ghetto infatti non è una creazione americana, ma un'importazione ebraica. Una tendenza a riunirsi tra di loro e a separarsi dal resto.



    [Shakespeare and the Power of Difference]
    Inghilterra del XVI sec. Rinascimento inglese, Inghilterra Pre-moderna tra il 1540 e il 1640, e Periodo Elisabettiano tra il 1558 per due decadi del XVII sec.

    - 1534: Enrico VIII, il Protestantesimo si stacca da Roma e le sue presupposizioni sul titolo di "Capo Supremo della Chiesa" hanno dato voce ad un sentimento luterano, già presente in Inghilterra da tempo. Le mosse di Enrico cambiarono per sempre il ruolo della religione nella società e nella politica inglese.
    - Intorno al 1570: la letteratura popolare mise su carta la preoccupazione e il malcontento che il popolo aveva nei confronti della religione, la quale cominciò a prendere il controllo delle funzioni politiche, culturali e sociali.
    - 1559: Act of Settelment, Act of Uniformity, Act of Supremacy (con quest'ultima Elisabetta rivendicò il suolo di monarca in quanto capo della Chiesa)
    Poiché Elisabetta non era disposta ad alterare la struttura delle diocesi, divenne difficile per implementare le riforme religiose. I ministri protestato cominciarono ad occuparsi della gestione pastorale una volta riservata ai vescovi e accettarono un sistema di letture, basato su patronato locale.
    Verso al fine del secolo, fu stilato un Codice Protestante di leggi ecclesiastiche, in sostituzione al canone di Roma.

    Con Enrico VIII cominciò un percorso di centralizzazione della politica, con la dissoluzione di monasteri e l'assimilazione dei loro beni, i quali resero la Corte piuttosto indipendente dai Lord locali. I mezzi finanziari di Elisabetta erano più limitati e per questo doveva far ricordo, più del voluto, al parlamento. Elisabetta unificò la Nazione sotto nuove forme di radicalismo sociale.
    - 1570: l'insediamento di Elisabetta aveva funzionato bene fino a quel momento, finché non fu scomunicata dal Papa (1972).
    - 1972: massacro degli Ugonotti protestanti in Francia
    - 1984: passarono svariate leggi contro il Cattolicesimo. Il Presbiterianesimo prese piede in Inghilterra ed Elisabetta non attese ad estendere misure per reprimerlo.
    - Tra il 1970 e il 1603: 180 cattolici furono giustiziati a causa delle nuove leggi penali. Un altro altissimo numero invece furono forzati alla conversione
    La Chiesa fondata sotto il dominio di Elisabetta incorporava supremazia enriciana, una tradizionale struttura episcopale di governo, una liturgia non cattolica e dottrine molto più vicine al Calvinismo (basate sui valori provenienti dal commentario del 1560 alla Bibbia di Ginevra: dottrina della predestinazione; osservanza del Sabbath; centralità della predicazione e delle Scritture).
    Inizio XVII sec: iconophobia, la paura delle rappresentazioni artistiche e del loro incontrollabile potere.



    L'elemento ebraico

    [I racconti di Canterbury - G. Chaucer - fine XIV sec]
    Frequenti le allusioni agli ebrei, in particolare nel racconto della Priora, dove è chiara l'idea che gli inglesi dell'epoca avevano degli ebrei.
    Viene narrato dell'uccisione di un bambino cristiano che si ritrovava a passare per il ghetto canticchiando un inno a Maria (motivo per cui fu ucciso). Il bambino, ritrovato in un pozzo con la gola tagliata, continuava a cantare l'inno.
    Racconti del genere servivano a mettere in rilievo la malvagità degli ebrei, sempre rappresentati (perché così creduti) come figure fortemente negative: crudeli, assassini, bugiardi, ma soprattutto nemici dei cristiani.

    [L'ebreo di Malta - C. Marlowe - messo in scena tra il 1589 e il '90]
    La figura dell'ebreo è al pari di una maschera (detta "stage Jew" e così rimane fino all'800), quasi sempre impersonato da un'usuraio (avaro e ingannatore), con connotati esageratamente grotteschi (lungo naso adunco, fisicità simile a quella di un rapace).
    Il primo personaggio ebreo a comparire nella letteratura 500esca inglese è Barabba, un mercante il cui unico scopo nella vita è accumulare ricchezze. Si tratta di un personaggio privo di umanità a causa della sua avarizia; furbo, opportunista, manipolatore, vendicativo e assassino. Ha una figlia, Abigail, anch'essa intesa come una proprietà verso la quale non prova sentimenti, infatti una volta privato dei suoi beni non esita a sacrificarla. Convinto di possedere un potere assoluto grazie al denaro, si mette contro il Governatore che però gli confisca tutti i beni. Per cercare di recuperarli usa la figlia (la quale si finge una pentita e si reca in un convento per recuperare il tesoro che vi è nascosto) e ne uccide il fidanzato. Lei sconvolta si vendica convertendosi veramente, per poi viene uccisa anche lei dal padre. Per errore però Barabba non elimina l'ultimo nemico, cosa che determinerà la sua fine. Sconfitto e privato di tutti i suoi beni (e automaticamente della sua essenza), pieno d'odio verso tutti quelli in cerca di riscatto, muore con onore.
    Il nome Barabba inoltre è quello dello zelota che viene risparmiato al posto di Gesù, alla base di questa scelta probabilmente l'intento di farlo apparire uno spietato assassino.
    Si avverte l'eco delle leggende che ruotavano attorno agli ebrei: che avvelenassero i pozzi; creature maligne che recano solo danni al contesto sociale in cui si inseriscono. Storia ispirata dalla scalata sociale di molti ebrei, riusciti ad inserirsi a corte e in ruoli fondamentali della politica e dell'economia, predominando nei commerci. Malta inoltre, isola al centro del Mediterraneo, è da sempre un crocevia verso l'Oriente e la Terra Santa.

    [Il mercante di Venezia - W. Shakespeare - 1595, messo in scena nel 1596-97]
    Temi: avversione degli ebrei per i cristiani; usura; conflitto padre-figli; vendetta.
    Shylock è l'ebreo della storia, un usuraio da cui il mercante Antonio si reca per un prestito. Nonostante le sue ricchezze, vive in una condizione di emarginato, escluso dalla società, temuto, ma al tempo stesso deriso in quanto ebreo. La parola è la sua unica arma via di riscatto.
    La figlia Jessica, lo deruba, fugge con un cristiano e si converte ("salvata").
    La storia presenta un fattore innovativo: la malvagità di Shylock e le sue azioni sono giustificate e razionalizzate, causa di un dolore di cui non riesce a liberarsi (deriso e disprezzato solo per essere ebreo) quasi a ribaltare le colpe (i cristiani sono la causa del dolore di Shylock e del male che lui fa).
    Shakespeare cerca di alleggerire la violenza antisemitica della tragedia di Marlowe (ponendo sullo stesso piano l'ebreo e il veneziano), offrendoci un ritratto più veritiero dell'ebreo moderno e della sua condizione.

    [The Jew - R. Cumberland - 1764]
    La figura dell'ebreo migliora nella vita di tutti giorni, anche se lo stereotipo fatica a modificarsi. Nella tragedia "The Jew", questo stereotipo viene capovolto, conferendo all'ebreo un'umanità ancora più marcata di quella shakespeariana.
    Ruota intorno a due personaggi: Frederic (figlio di Sir Stephen Bertram) e Sheva (un usuraio ebreo); il primo sposa una ragazza priva di dote e viene diseredato dal padre; il secondo gli presta denaro restituendogli dignità, poiché amici. Sheva, nonostante tutto, torna ad essere accomunato a tutti gli altri ebrei (avido, spietato e corrotto) anche se dotato di animo fragile, gentile e mite; la sua generosità lo porta a manipolare le situazioni in favore dell'amico, aiutandolo a riappacificarsi con la sua famiglia, è però costretto a chinare la testa per poter vivere degnamente in quanto rifiutato.



    [Israel Zangwill (1864-1926)]
    Una delle figure più rappresentative della letteratura ebraica inglese. Narratore, drammaturgo e giornalista, legato al movimento sionista, ed è infatti il problema del sionismo a costituire uno dei temi centrali.
    Si fa portavoce del mondo ebraico (condizioni di vita degli ebrei di Londra, della realtà politica, sociale, religiosa e culturale), fino ad allora in vita nell'immaginario collettivo sulla base di stereotipi negativi e luoghi comuni, che invece attraverso la sua maestria viene rivelato in tutta la sua complessità e sfumature.
    "Children of the Ghetto" (1892), "Ghetto Tragedies" (1893), "Dreamers of the Ghetto" (1898), "The Next Religion, "The Melting Pot" (1908, opera teatrale, il cui titolo è diventato identificativo del processo di assimilazione in America, dopo le grandi ondate immigratorie).

    "Dreamers of the Ghetto" (1898): una collettanea di racconti, in cui si parla di sognatori che entrano in collisione con la realtà; ebbe un forte impatto sul pubblico, per la fede di idealismo nella vita europea e la naturalizzazione dell'ebreo come parte integrante della cultura; condanna l'oppressione e la chiusura mentale; delinea gli incroci tra l'identità europea e quella ebraica, ponendo l'esperienza ebraica nel cuore della cultura europea.
    Tematiche care a Zangwill: disintegrazione della tradizione religiosa ebraica e spesso scontro generazionale; eterogeneità della figura di Sabbetai Zevi ("The Turkish Messiah"), in cui troviamo elementi ebraici, cristiani e islamici; ebraismo e cristianesimo a confronto per le caratteristiche comuni e non per le differenze; ruolo femminile in ambito sociale e matrimoni misti (campo in cui era molto attiva la scrittrice Edith Ayrton, così come nel movimento femminista).

    In 2 delle storie troviamo come protagonisti Sabbetai Zevi ("The Turkish Messiah") e Theodor Herzl ("Dreamers in Congress"), figure storiche dell'ebraismo. Il legame tra queste due storie è probabilmente quello tra messianismo e sionismo, e lo scontro tra sogno e realtà.
    "The Turkish Messiah" ci narra la storia di Sabbetai Zevi, il quale probabilmente soffriva di una psicosi maniaco-depressiva e ogni volta che si ritrovava in stati di euforia, aveva visione di sé come il messia. Alla sua vita conscia di giovane rabbino dedito alla pietà ascetica, si alternavano quindi momenti di irrazionalità e trasgressione in cui si prendeva gioco della Torah. A causa di questo non riuscì ad attirare un gran numero di seguaci, fino alla comparsa di Nathan, che invece era molto stimato, osservante della sua religione, che mai aveva compiuto azioni stravaganti (due figure che si completano l'un l'altra). Nathan riuscì a far accrescere la fiducia che Sabbetai stesso aveva in sé, così come la sua credibilità interpretando argutamente i suoi gesti.
    Importanti sono le perenni sofferenze del popolo ebraico: il messianismo nasce da frustrazione storica, una promessa utopica che va a compensare l'infelicità e il fatto che il sionismo divenne un movimento vasto e complesso, furono la spinta a seguire un falso Messia.
    Rilevante la figura di Sara: il punto cruciale di questo matrimonio è l'atteggiamento di Sabbetai verso l'emancipazione femminile e l'uguaglianza tra i sessi, come se unirsi ad una donna dalla cattiva reputazione fosse un modo per riparare al peccato di Adamo, restituendo alla figura donna la sua libertà originaria (Sabbetai chiamava le donne alla lettura della Torah).
    "Dreamers of Congress" è una cronaca giornalistica del Primo Congresso sionista (Basilea, 1897). L'incontro con Herzel (1895, ricordato anche in "Tribute to Herzl, 1904) fu importante per l'autore, il quale lo considerava un leader carismatico. Li unisce il sogno di un mondo di fratellanza, dove gli ebrei sono parte integrante della società, ma entrambi si rendono conto che un'assimilazione totale e l'uscita dal Ghetto non è fattibile. Ad offrire nuove prospettive è il sionismo (dove Sion non è per forza la Palestina, ma qualunque luogo dove un ebreo può vivere da ebreo). Nel racconto viene descritto un nuovo tipo di sognatore, né una figura visionaria né un secondo Sabbetai. Il progetto di Herzl era quello di creare uno Stato ebraico.
    "Chad Gadya": un altro dei racconti della raccolta; storia di un giovane ebreo che vive a Vienna e va a trovare la propria famiglia a Venezia per il Pesach. Tema centrale, lo scontro generazionale e le difficoltà del processo di assimilazione a cui gli ebrei aspirano dopo l'apertura dei ghetti (che hanno la funzione di custodire l'identità ebraica). Il padre seppur sia inserito nella moderna Venezia rimane strettamente legato alla religione e le sue tradizioni, il figlio invece si allontana sia fisicamente che spiritualmente e ne vive tutti i conflitti interiori che porta la scelta; il giovane non riesce a scollarsi di dosso la propria identità poiché un ebreo uscito fuori dalla propria comunità è perso, e vede nella morte l'unica risposta alla sua crisi religiosa.

    "The Holy Land League" racconto di "Children of the Ghetto": tema centrale è la riflessione sul Risorgimento, che segna la svolta dell'emancipazione ebraica, e sul diritto di nazione. Narra la storia di Pinchas, studioso ebreo che viene invitato a partecipare a un incontro della Lega della Terra Santa (20ina di persone che si riuniscono nel Beth Amidrash, fondato da Ghedalià) per discutere la possibilità di salvare gli ebrei dalle persecuzioni, emigrando in Palestina. Il protagonista, entusiasta, si vede già come nuovo Messia, ma Gedalià risponde con la necessità di ordine pratico e non religioso, fondamentale è la sopravvivenza. Pinchas allora si fa portavoce di una nuova forma di messianismo che deve fare i conti con necessità come il denaro.

    Mazzini: ricorrente come alter ego del desiderio nazionalista degli ebrei (è anche un riflesso della figura di Herzl); Mazzini è il Messia che cerca di portare l'Italia all'unità, ma si ritrova con una realizzazione parziale del suo disegno.



    [Non ebrei inglesi]
    "Ivanhoe" - Walter Scott (1820): ambientato nell'Inghilterra del XII sec, si apre proprio con una citazione da "Il mercante di Venezia" e proprio su quella scia ci viene presentato un ebreo, Isaac (padre di Rebecca), un usuraio che rimane ai margini del tessuto sociale. La figlia invece, la quale pratica la tramandata arte medica (stereotipo), è un personaggio estremamente positivo, bellissima e vestita con abiti alla moda, dall'animo nobile, piena di dedizione e senso dell'onore. Nonostante il suo amore per Ivanhoe comunque lascerà l'Inghilterra insieme al padre, come a sottolineare l'impossibilità di sancire un'unione tra questi due mondi (impensabile un vero inserimento nel contesto sociale e da scongiurare la mescolanza etnica/religiosa).

    "Oliver Twist" - Charles Dickens (1837-39): in cui è presente Fagin, lo sfruttatore di bambini, diabolico.

    "The Way We Live Now" - Trollope (1875): torna il connubio ebrei-soldi; ruota attorno una serie di scandali finanziari e personaggi poco affidabili.

    "Daniel Deronda" - George Eliot (1876): ricco di tematiche ebraiche (dal problema dell'assimilazione, al sionismo, ai pregiudizi dell'epoca). Il protagonista scopre di essere ebreo e si sposa con Mirah, la ragazza di cui è innamorato che, a causa delle sue origini ebraiche prima, non avrebbe accettato la loro unioni a prescindere dai sentimenti. Gli ebrei di questo romanzo sono tutti positivi, ad esclusione della madre di Daniel, che invece rinnega il proprio ebraismo, abbandonando i figli così da poterli allontanare dalle proprie origini.
    Quella del sionismo è la tematica più innovativa, in questo periodo tema centrale insieme alla riflessione sul concetto di nazione.

    [Leopold Bloom]
    Personaggio del Modernismo, protagonista dell'Ulisse di James Joyce. Affinità tra ebrei e irlandesi, individuata anche da Klein, perché entrambi a causa della fede hanno patito sofferenze, povertà e isolamento. Eroe del quotidiano, un Everyman.



    [Non ebrei americani]
    "McTeague" - Frank Norris (1899): Zerkow
    "The America Scene" - Henry James (1907): Lower East
    "The Great Gatsby" - Francis Scott Fitzgerald (1925): Meyer Wolfsheim
    "Fiesta" - Hemingway (1926): Robert Cohn

    [Emma Lazarus (1849 - 1887)]
    Poetessa, rappresentativa dell'ultimo periodo che precede la Terza Diaspora; nata e cresciuta a NY.
    Centrale la riflessione sulla propria identità ("Song of a Semite").
    Fama dovuta soprattutto al sonetto "The New Colossus" (1883), da cui sono tratti i versi iscritti sulla Statua della Libertà.

    [Henry Harland]
    Scrittore non ebreo che pubblicò sotto lo pseudonimo di Sidney Luska (suggerisce origini ebraiche), per attirare maggior attenzione sul mercato editoriale e ci riuscì.



    [Cynthia Ozick (1928)]
    Scrittrice statunitense, nata a NY, vittima dell'antisemitismo del Bronx, nel quale si trasferì da piccola.
    "The Pagan Rabbi" pubblicato per la prima volta nel 1971 in una raccolta insieme ad altre storie, funge da ottimo esempio per una delle tematiche fondamentali nel macrotesto dell'autrice: la collisione tra due formae mentis (ellenismo ed ebraismo, rappresentazione della molteplicità e dell'unità). Narratore anonimo, esterno alla storia, viene a sapere che un suo ex compagno del seminario rabbinico (Isaac Kornfeld) si suicida, impiccandosi in un parco; decide quindi di visitare il luogo dell'accaduto e la vedova (Sheindel). Si scopre allora che il narratore non ha più contatti con il padre (fino alla morte), che ha divorziato con la moglie (puritana) e ciò consente all'autrice di affrontare le differenze tra puritani ed ebrei, ed introdurre il tema della sessualità. Sheindel è la rappresentazione fisica dell'ebraismo, è persino scampata alla morte (quasi per essere lanciata contro una rete elettrificata, salva solo perché la corrente va via) in un campo di concentramento; attraverso lei il narratore entra in possesso di un taccuino in cui spera di trovare le motivazioni che spinsero l'amico a suicidarsi, ma emerge una totale assenza di ansie, depressione, odio o insofferenza. La sua morte inspiegabile quindi, sembra essere una liberazione della vita, di cui la sessualità è la chiave (incarnata in Pan, che è anche natura). Per la moglie però le cause sembrano chiare, perché pagano (quindi in contrasto all'ebraismo).
    Il racconto si apre con l'epigrafe (una massima da un trattato della Mishnàh che è alla base dell'etica ebraica*) che rimarca l'importanza dell'aderenza al proprio credo e il pericolo che incombe per chi cerca di andare "oltre" (la Legge divina)
    *"Trattato dei Padri", differisce dal Talmud poiché espone solo massime morali e insegnamenti della tradizione, fornendo aiuto all'uomo per allontanarsi dalle forze del male. In questo trattato importante è l'immagine dell'albero: l'albero con molti rami e scarse radici è un uomo dotato di grande saggezza, ma con poche buone azioni alle spalle - facile da sradicare; l'uomo che nella vita ha compiuto più buone azioni di quanto sia saggio è invece un albero con pochi rami e grandi radici; l'albero è anche la Torah perché da vita a chi vi si aggrappa.
    Isaac viene quindi deviato dalla bellezza della natura (l'albero), vi trascorre il suo tempo e si allontana dal suo essere ebreo, perdendo quella che è la retta via, ed a causa di ciò perde anche la vita (sempre attraverso un albero). L'epigrafe rimanda anche, in modo minore a: Ulisse (quando si fa legare all'albero della nave dai suoi compagni, per ascoltare il canto delle sirene) per il richiamo della natura sentito da Isaac e a cui non riesce a resistere, ed entrambi ambiscono alla libertà assoluta (Ulisse attraverso il viaggio e Isaac la liberazione dal corpo); mito nordico di Odino, signore del canto (musica fondamentale nel mito di Pan), della poesia e della parola, accomunato ad Isaac per la loro idea del sacrificio (sacrificio di Isacco) che Odino si fa immolare a se stesso facendosi trafiggere con una lancia e facendosi impiccare.
    Il taccuino: scritto in greco, ebraico e inglese (tesi di Whorf: diverse comunità linguistiche hanno diversa percezione del mondo); un acerbo trattato che mescola elogia classica, citazioni bibliche e poesia romantica; versi dedicati alle ninfe; celebrazione a Pan che vive libero nella natura; citati Dolstoevkij e Thomas Mann, che rimandano all'ebraismo, con i testi "I fratelli Karamazov" (dialettica libertà-felicità, affine a quella del racconto di Ozick, che si risolve in un'apologia della libertà e della figura di Cristo) e "Giuseppe e i suoi fratelli" (amalgama storia, mitologia, religione, archeologia e psicologia); citati Hegel, probabilmente per il suo "Lo spirito del cristianesimo e il suo destino" dove riflette su grecità ed ebraismo, considerando quest'ultimo la via del tristi perché schiavi di Dio, e Nietzsche che richiama ancora il rapporto con Pan, vista la sua concezione dionisiaca della vita (rapporto ebraismo-filosofia non buono).
    Iripomoneià: una voce che si intreccia a quella di Isaac, la quale ribadisce l'elusività di ogni verità e l'impossibilità dell'uomo di catturare la sua libertà; Isaac si congiungerà a lei sessualmente, illudendosi di aver raggiunto la sua libertà, ma sarà proprio lei a riportarlo alla realtà dei suoi limiti, in quanto uomo e non spirito. Isaac si vede allora sdoppiato, la sua anima gli appare nei panni di vecchio che trasporta una sacca piena di libri e si allontana leggendo, rifiutandosi di tornare da lui quando Isaac glielo chiede perché è stato proprio lui a volerlo allontanare; il suo corpo invece è quello di un pover uomo che ha passato la vita a studiare senza accorgersi della bellezza della natura che lo circondava.



    [The Golem - A. M. Klein (1953-55)]
    Frammento pubblicato in "Notebooks: Selection from A.M. Klein Papers" insieme ad altri appunti.
    Costituito da 2 capitoli, risulta essere un'opera incompiuta. Scritto dopo "The Second Scroll", quando il poeta è caduto in uno stato di depressione che prima lo porterà a tentare il suicidio e poi a chiudersi nel mutismo, dovuto al senso di fallimento e impotenza a seguito della sua intensa attività letteraria e politica.
    Le fonti utilizzate per la stesura di questo testo non sono solo letterarie, ma anche religiose (la figura del golem viene dalla Bibbia e dal Talmud), dando vita ad uno stile ricco sia dal punto di vista dei contenuti che della linguistica, legando questi echi biblici e talmudici ad un'atmosfera medievale che lo rendono unico.
    Golem come servo del suo creatore si afferma solo nel tardo medioevo (da un manoscritto del XVI sec in cui si narra di Shemu'el il Pio che aveva creato un Golem che non sapeva parlare, però lo accompagnava nei suoi pellegrinaggi; 1964 un'altra versione che dice che il famoso poeta/filosofo Salomon ibn Gabirol era stato denunciato per aver creato un Golem femmina che lo serviva, il quale però davanti al tribunale dimostrò che in realtà si trattava di un burattino; 1808 leggenda che narra di ebrei polacchi che costruirono un uomo in terracotta, pronunciando il nome di dio per fargli prendere vita, questo però spaventò gli inquilini della casa crescendo ogni giorno di più quindi lo fecero cessare di vivere cancellando parte della scritta che aveva in testa - da verità a è morto in ebraico). Klein nella sua figura si rifà alla leggenda di Praga dove la creazione del Golem e attribuita al rabbino Loew che sembrerebbe aver creato il Golem che lo serviva, un sabato essendosi dimenticato di rimuovere il shem (nome di Dio) che lo animava per farlo riposare come tutte le creature, questo si ribella portando caos e terrore tra le strade della città, a quel punto al rabbino non rimase altro da fare che strappargli via lo shem e la creatura di divenne polvere - leggenda dice anche che i resti siano conservati nella soffitta della vecchia sinagoga di Praga.
    Il Golem risulta essere l'ennesima metafora della Shoah, è espressione dell'angoscia del popolo ebraico (il progetto finale è lo stesso nazista di sterminio degli ebrei e dei diversi; il sospetto dell'opera architettata ai danni degli ebrei rimanda a "I protocolli dei Saggi di Sion", un saggio alla base dell'antisemitismo moderno). Inoltre il Golem è una figura che va identificata con quella degli oppositori al regime staliniano (ebrei e sionisti), progressivamente eliminati da ogni posizione influente.

    - Capitolo I: Inizia con la morte di rabbi Loew (Rabbino Capo di Praga) ed i tormenti del suo segretario (Sinai ben Issachar), il quale si ritrova assegnato un compito oneroso: stilare una relazione sui prodigi sovrannaturali che il rabbino ha compiuto in vita. Si parte dalla cerimonia funebre e dalla sepoltura per poi ripercorrere le ultime vicende del rabbino che, consumato dalla febbre, giace nel suo letto circondato dai suoi discepoli e borbotta, quasi tra sé e sé, di aver pronunciato il nome di Dio invano durante i rituali per la creazione di un Golem. Poi sprofonda nel silenzio della morte (che corrisponde al silenzio del Golem).

    - Capitolo II: un salto geografico e temporale ci porta alla vicenda del ghetto di Venezia, dove il protagonista narra la sua infanzia felice, così come un'adolescenza dedicata allo studio del Talmud e al lavoro con il padre nella sua seteria. Poi arriva Isaac Conchico da Trani, un adulatore nato, invidioso e falso. Raggiunti i 18 anni il ragazzo comincia anche a studiare lingue, necessarie per un commerciante e diventa amico di Leone da Modena (figura storica che si lega all'ortodossia ebraica), il quale lo introduce a Machiavelli, alla poesia di Immanuel da Roma e agli scritto dell'Aretino. Entrambi i personaggi sono incarnazione del male, metafora della rovina del popolo ebraico. Il Male diviene tangibile per il protagonista attraverso l'episodio che vede la nave con il carico sul quale suo padre, quello di Modena e Conchico, avevano investito tutti i loro averi, venire assalita e depredata, e il vecchio Modena fare una brutta fine. L'avvenimento li distrusse, persero i loro averi, l'attività, la madre morì dopo poco e il padre dovette accontentarsi di fare l'operaio, mentre il giovane lo scrivano.

    - Terza parte: prima che venga interrotto lo scritto, si apre con la ricomparsa di Modena attraverso un manoscritto, in cui l'autore racconta di star progettando il "crimine perfetto" che avrebbe portato a migliaia di vittime. Una sfida all'intelligenza, impossibile da impedire, così come smascherare il colpevole. Durante la lettura dell'inquietante manoscritto, il protagonista ha la sensazione che si tratti di un falso, il cui scopo è recare danno agli ebrei. Inviato al censore di Venezia, il messo non fa più ritorno e il protagonista si dedica agli studi mistici e alle Sacre Scritture. Alla fine il popolo ebraico tornerà sempre.
     
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    Ghəi Chinəsi

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    Yekl

    "Yekl" è un romanzo di Abraham Cahan (considerato il padre della letteratura ebraico-americana) del 1896, che pone la sua attenzione sulla complicata situazione degli immigrati ebrei in America, dal punto di vista dell'assimilazione e le problematiche legate all'identità personale e culturale. Inoltre ci fornisce una dettagliata immagine del ghetto, delle condizioni di vita degli ebrei e delle loro speranze.

    Jake (in origine Yekl) è arrivato negli Stati Uniti da 3 anni e da altrettanto tempo non vede né moglie né figlio. A New York però vive immerso nella cultura popolare, fiero del percorso di americanizzazione intrapreso e del suo inglese rudimentale, va a ballare e si diverte con donne ebree anch'esse immerse nell'ambiente liberale americano. Quando riesce a riunirsi alla famiglia è imbarazzato dall'aspetto e dal modo di parlare della moglie, la corregge se non parla in inglese e la tratta con distacco. Gitl viene a scoprire della relazione tra il marito e Mamie, una polacca che frequenta la sua stessa scuola di ballo, attraverso un'altra delle sue spasimanti, Fanny. I due divorziano, ma alla fine di tutto, mentre è in viaggio verso l'ufficio del sindaco per sposare finalmente Mamie, la donna perfettamente integrata, che padroneggia l'inglese ed è il suo ideale di donna, quello che ha sempre sognato da quando è arrivato in America. Invece prova rabbia e insoddisfazione, vorrebbe quasi tornare a fare il padrone nella sua vecchia casa e il padre di famiglia, desidera che il tempo possa rimanere sospeso a quel momento il più a lungo possibile.

    Il linguaggio: quando ci viene introdotta la scuola di ballo, apprendiamo che l'inglese è la lingua ufficiale dell'accademia, ma si tratta di un inglese non puro, pronunciato male poiché l'istituzione e la maggioranza è rappresentata dalla comunità ebraica, quindi influenzato dallo yiddish (è una lingua differente, straniera).


    Chiamalo sonno

    "Chiamalo sonno" è un romanzo di Henry Roth del 1934 e narra delle esperienze vissute da un bambino del ghetto ebraico di New York, all'inizio del XX secolo.
    David è un bambino curioso, ma anche molto emotivo, vive nella costante ambivalenza tra l'amore incondizionato della madre e il rapporto freddo con un padre violento e paranoico da cui è terrorizzato. In casa vige una continua tensione, aggravata poi dall'arrivo della zia Bertha (sorella della madre).
    Un giorno David sente la madre e la zia discutere di un segreto, di cui riesce a cogliere solo poche parole riguardo ad una relazione che la madre ebbe con un giovane non-ebreo.
    David comincia a percepire un senso di tranquillità subito dopo il cambio di lavoro del padre, il trasloco, ma in particolare quando comincia l'istruzione ebraica e si sente più vicino a Dio. Infatti David sembra essere particolarmente portato per lo studio della lingua ebraica ed è sicuramente il migliore degli studenti che frequentano il suo stesso heder. Un giorno, dopo aver fatto cadere un pezzo di zinco tra delle rotaie elettrificate, si convince che il bagliore luminoso che ha visto è il tizzone di Isaia.
    Nella sua nuova casa trova nel tetto del palazzo un posto in cui trovare pace, lì incontra Leo, un ragazzino più grande di lui che gioca con un aquilone e che fa credere a David di aver trovato un vero amico. Leo però lo sfrutta, lo costringe a fargli conoscere le sue cugine e si approfitta di una di loro, venendo però scoperto. Quello stesso giorno, terrorizzato, racconta al rabbino di non essere figlio di sua madre, che in realtà la sua è morta, e che il suo vero padre è un non-ebreo. Le sue bugie vengono smascherate una volta che il rabbino parla con i suoi genitori, ma il padre crede sia tutto vero e lo picchia finché non riesce a sfuggirgli. Girovagando per le strade raccoglie un ramaiolo e torna sulle rotaie; questa volta però prende la scossa, che lo tiene in bilico tra la vita e la morte (e qui gli si rivela il mistero della vita), per sua fortuna senza riportare gravi danni. David alla fine si addormenta.

    Chiamalo sonno non è un romanzo di formazione, quanto un romanzo di iniziazione, non raggiunge una maturità, ma rivela il lato infantile che in questo caso è la condizione scelta da David quando, chiudendo gli occhi sceglie di non crescere, di continuare a rivivere quell'attimo di luminosità indescrivibile.
    Tra i temi principali, chiaro, è sicuramente quello della ricerca dell'identità. Il percorso di David in primis, dall'infanzia all'adolescenza, e poi quello che compie attraverso le sue esperienze culturali. In "Chiamalo sonno" Roth costruisce infatti una Babele di lingue, culture e gruppi etnici differenti sono rappresentati da dialetti e accenti diversi, senza il bisogno di troppe spiegazioni (parlano da soli insomma).
    Tra gli altri anche il tema dell'opportunità, dati dalla Terra Dorata, la facilità con cui i personaggi cambiano/trovano lavoro, cominciano attività, rappresentando un importante aspetto della vita degli immigrati in America all'epoca.


    Il Secondo Rotolo

    "Il Secondo Rotolo" è il primo ed unico romanzo di A. M. Klein, datato 1951, ispirato dal suo viaggio in Israele di pochi anni prima. Come il nome può suggerire, il romanzo si presenta come una riscrittura del Vecchio Testamento (Torah) in chiave moderna, analizzando la storia degli ebrei dal periodo dei Pogrom, l'Olocausto, fino al ritorno a Sion.
    In questo romanzo non c'è un vero e proprio protagonista, lo è il narratore (di cui il libro si fa anche biografia) il quale racconta del suo viaggio alla ricerca di nuovi poeti israeliani e dello zio, l'altro protagonista. Lo zio Melech Davidson, Re figlio di Dio, è il Messia, incarna infatti il destino del popolo ebraico attraverso le sue avventure/disavventure e i conflitti spirituali.
    "Il Secondo Rotolo" è suddiviso in 5 capitoli, intitolati proprio come i 5 libri della Torah: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio. Seguiti da altrettante Glosse, che altro non sono che commentari ai capitoli principali (in accordo con la tradizione ebraica), numerati in ebraico: Alef, Bet, Ghimel, Dalet, He.

    Il romanzo ha inizio durante l'infanzia del narratore e da subito ci viene presentato questo zio e raccontato come il suo nome abbia cambiato natura nel corso degli anni, dall'essere frutto d'orgoglio per l'intera famiglia ad un tabù, a causa delle voci che affermavano avesse voltato le spalle alla propria religione durante i Pogrom. Quando viene incaricato di curare un volume di poesie e canti dei nuovi poeti israeliani, il narratore (il quale incarna la figura di Klein) comincia anche la ricerca dello zio, partendo da una lettera ricevuta poco prima della partenza che affermava si trovasse a Bari. Il narratore lo insegue da Bari a Roma (dove per qualche istante sembra si sia convertito al cattolicesimo), poi a Casablanca (dove abbiamo modo di osservare le condizioni di vita degli ebrei in un mellah marocchino), fino ad Israele.
    Il narratore però non riuscirà mai ad incontrare lo zio, e neanche a sapere che faccia realmente abbia, poiché viene ucciso e sfigurato col fuoco.
    Le Glosse sono rispettivamente: una autobiografica che evoca l'infanzia di Klein a Montreal; un'elogia ai morti della Shoah, che racchiude l'ebraismo europeo; un estratto dalla lettera dello zio Melech in cui racconta della Cappella Sistina; una sceneggiatura (morality play) "I Tre Giudizi"* il cui tema è la fratellanza tra arabi ed ebrei; una sezione di poesie/liturgie.

    *"I Tre Giudizi"
    Sceneggiatura scritta durante il soggiorno a Casablanca e si svolge a Bagdad, dove 6 persone (in gruppi di 2) si rivolgono al Cadi per risolvere le loro dispute:
    - primi due: uno schiavo fuggito e il suo padrone; lo schiavo dice di essere il fratello del padrone, sfuggito alla morte a 11 anni, mentre era in carovana con il padre, per poi essere venduto poi come schiavo; il segno che ha dietro la schiena prova la verità delle sue parole, seppur inizialmente fosse stato condannato.
    - seconda coppia: un giovane e il suo futuro suocero; il vecchio aveva promesso lui in sposa la sua prima figlia, ma poiché anziano e vedovo la reclama al suo fianco; gli offre però la sua seconda figlia, dotata di incredibile bellezza, ma il giovane è perdutamente innamorato della prima, per lui la più bella di tutte (si conclude con il Cadi che da ragione al giovane).
    - terza coppia: un artista di lampade e colui che, da contratto, dovrebbe venderle, ma si rifiuta perché l'artista manda altri a negoziare per lui (ragione all'artista).
    Alla fine si avvicina un ebreo, fino ad allora allontanato poiché infedele e quindi considerato un criminale, il quale chiede di ammettere che anche lui è un fratello, anche se appartiene ad una religione differente.

    Il romanzo è un mix di poesia, narrativa, teatro, auto-biografia, libro di viaggio e trattato religioso.


    Le avventure di Augie March

    "Le avventure di Augie March" è un romanzo di Saul Bellow del 1953.
    È il racconto della crescita di Augie, dall'infanzia all'età adulta.
    Augie cresce a Chicago, senza padre, solo con la madre, i due fratelli (Simon e Georgie, che ha un evidente ritardo mentale) e una "nonna" con la quale non ha alcun legame di sangue e che cerca di imporgli la propria educazione in modo particolarmente duro.
    Augie cambia sempre stile di vita, lavoro, donne, si appassiona a tante cose diverse, ma fatica a trovare la propria strada. Vive nel benessere di una famiglia benestante che lo prende sotto la propria ala protettrice, ma poi torna a rubacchiare per guadagnarsi da vivere. Augie fugge continuamente, arrivando persino in Messico, con la donna che amava (e che comunque finirà per lasciare come tutte le altre); quando scoppia la guerra si arruola in marina, naufraga; poi si sposta in Europa anche se vorrebbe tornare in America e mettere su famiglia.

    Il protagonista di questo romanzo è un uomo come tanti altri, dalla vita imperfetta e alla continua ricerca di se stesso. Bellow infatti guarda all'individuo, al singolo, e non alla collettività. Augie è alla continua ricerca della sua libertà, combattendo contro chi cerca di decidere per lui il suo destino: libertà umana.


    Everyman

    "Everyman" è un romanzo del 2006 di Philip Roth, ed è una riflessione sull'invecchiamento, soffermandosi in particolar modo sulla malattia, fino alla morte.
    Il romanzo si apre con il funerale del protagonista (di cui non conosciamo il nome), alla quale si sono riunite tutte le persone che, nel bene o nel male, hanno ricoperto un ruolo importante nella sua vita (dai familiari agli ex-colleghi di lavoro e poi gli anziani del villaggio per pensionati in cui si era trasferito). La prima tra tutte la figlia Nancy, la quale si è persino presa l'incarico di organizzare il funerale così da non essere solamente lei e la madre e dare l'ultimo saluto all'uomo. Poi il fratello maggiore Howie grazie al quale comincia il viaggio attraverso la vita del protagonista dalla sua infanzia, fino alla sua morte.
    Il protagonista si sposò tre volte ed ebbe altrettanti figli, svariate amanti (tra cui la sua infermiera personale e la giovane segretaria). Sempre appassionato d'arte lasciò la carriera artistica per dedicarsi alla pubblicità, così da potersi assicurare una paga certa e più stabilità per mettere su famiglia, per poi finire per riprendere la sua celata passione per la pittura una volta pensionato.
    Nella sua vita ha svariati incontri con la morte: il primo quando vede il cadavere di un marinaio annegato; in ospedale da bambino, per un'operazione a un'ernia, certo che il suo compagno di stanza sia in fin di vita per poi non trovarlo più nel suo letto la mattina seguente; quando viene ricoverato per un'appendicite con grave peritonite (che portò alla morte suo zio da giovanissimo e fece rischiare la stessa sorte a suo padre); per non parlare poi della morte del padre e tutti i problemi fisici che lo portarono ad affrontare numerose operazioni.

    Il titolo "Everyman" è ispirato a un morality play inglese del XV secolo, in cui un uomo comune si ritrova faccia a faccia con la Morte, per poi essere giudicato al cospetto divino. L'everyman è infatti l'uomo qualunque, fautore e narratore del proprio destino, così la morale secondo Roth è che bisogna lavorare sodo per entrare in Paradiso, perché la morte arriva nel momento più inaspettato. Infatti il protagonista si ritrova a dover affrontare l'ennesima operazione, ma con tranquillità, sicuro sia uguale all'ultima alla quale si è sottoposto.
     
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