Letteratura Giapponese, programma diritti umani (riassunti sparsi)

Docente Vienna M.

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    Ghəi Chinəsi

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    Asian Values
    Gli Asian Values sono dati dalle ideologie politiche che riflettono la storia e la cultura dei Paesi Asiatici, caratterizzati da una forte preminenza della responsabilità collettiva sulla libertà individuale, cosa che rende impossibile definire universalmente i diritti umani. La rivendicazione di questi valori nasce dalla necessità di differenziarsi dall'Occidente, in particolare per evitare che cambi l'identità sia individuale che collettiva di questi Paesi.
    In realtà è difficile definire cosa è asiatico, poiché non esiste un elemento concreto di asiaticità.
    Il Giappone dal canto suo si è sempre percepito come un'entità separata dall'Asia, in particolare con la costruzione dell'Impero Meiji e il fortificarsi dell'Imperialismo giapponese, il cui scopo era quello di far prevalere un'immagine di superiorità nei confronti dei Paesi vicini, e avvicinarsi e stringere legami con l'Europa.

    La problematica della costruzione dell'identità dell'Asia riprende dopo la II Guerra Mondiale.
    Il Giappone continua a non riconoscersi totalmente asiatico, seppur non venga più apertamente ricercata una libertà dal resto dei Paesi.


    Condannati a morte
    Amnesty International segnala diversi problemi (per quanto poco anche loro ne sappiano) legati alla condizione e ai diritti dei condannati a morte (e delle loro famiglie).
    Prima di tutto a causa la segretezza con cui si svolge l'esecuzione, di cui i familiari vengono a conoscenza dopo giorni, mentre il condannato viene informato il giorno stesso (o non gli viene proprio notificata), e per questo non sono neanche presenti osservatori durante l'esecuzione.
    Le autorità si giustificano con la volontà di rispettare la privacy dei condannati, cosa che però lede ai loro diritti, come quello di ricevere informazioni tanto importanti.
    Inoltre il processo penale è già estremamente lento, lo è ancora di più per quanto riguarda la pena di morte e i condannati si trovano ad aspettare anni (anche più di 10), prima della conferma (e anche dopo comunque devono aspettare).
    Il regolamento che stabilisce le regole carcerarie per i condannati a morte risale gli inizi del 1900 (integrato negli anni '60), ed essi vivono con limitatissimi contatti con il mondo esterno, senza poter parlare, guardare la tv, ricevendo pochissime visite, non possono coltivare i loro hobby, limitati persino nella lettura e nell'attività fisica.


    Costituzioni
    La Costituzione Meiji entrò in vigore nel 1889 e vi rimase fino al 1947, quando fu sostituita dall'attuale Costituzione Giapponese.
    Si tratta della prima Costituzione, a carattere moderno, del Giappone e segue la linea di pensiero del governo della prima fase del Periodo Meiji, aperto ad assorbire qualunque cosa fosse ritenuta utile proveniente dall'esterno. Infatti i giapponesi si facevano forti di questa loro capacità di assorbire il meglio dalle altre culture (in particolare Occidentali) facendole proprie.
    La Costituzione comunque è composta da 76 articoli, suddivisi in 7 capitoli, e la maggior parte di questi articoli vanno solo a ribadire il potere dell'Imperatore, il quale è al di sopra di tutto e tutti. Infatti questa Costituzione non fu elaborata per necessità del popolo, ma per una questione di modernizzazione, ritenuta necessaria dall'élite giapponese.
    Va detto comunque che andava a stabilire diversi diritti per il popolo, in particolare per i lavoratori e per gli imputati e i condannati, infatti veniva proibita la tortura e l'accanimento penale; il Governo aveva la responsabilità di operare nell'interesse del Paese e del popolo, come fossero un'unica entità. Fu comunque un passo avanti seppur vi fossero diverse incongruenze, date soprattutto dal potere supremo dell'Imperatore che non sempre coincideva con il valore che una Costituzione dovrebbe avere (come ad esempio per il fatto che l'Imperatore deve esercitare il suo potere seguendo la Costituzione, ma è comunque in grado di revocarla).

    A seguito della resa del Giappone, gli Stati Uniti di America, decisero di riformarne il sistema, eliminando ogni ostacolo alla democrazia; il compito fu affidato a Matsumoto Joji, il quale produsse una bozza che però fu bocciata poiché ancora troppo conservatrice. La versione a cui i giapponesi si dovevano attenere, per modificare la loro Costituzione, fu preparata dagli americani. La cosa però comportò diverse problematiche sia di carattere linguistico (traduzioni impossibile da una lingua all'altra per mancanza di termini) che culturale, sociale e storico.

    L'attuale Costituzione Giapponese entrò in vigore il 3 maggio 1947, è composta da 103 articoli suddivisi in 11 capitoli, e va a modificare il ruolo dell'Imperatore, il rapporto tra Stato e religione, il ruolo dell'uomo, della donna e della famiglia nel complesso, inoltre va a mettere in discussione i valori morali tradizionali con l'introduzione di nuovi principi. A differenza di quanto detto nella Costituzione Meiji, il Governo non deve interferire con i diritti e le libertà del popolo.
    Inoltre in questa nuova Costituzione vengono specificati non solo i diritti, ma anche i doveri del cittadino (a quanto pare aggiunti proprio dai giapponesi, come il dovere al lavoro, a provvedere all'educazione e a combattere lo sfruttamento minorile, di pagare le tasse ecc.), e i diritti comunque hanno un valore relativo, limitati da ciò che è definito il benessere pubblico (che potrebbe persino minacciare il diritto alla vita dell'individuo). Inoltre non tutti sembrerebbero avere diritti in egual misura (in base al ruolo ricoperto nella società). In particolare è dubbia la costituzionalità delle pena di morte (per non parlare delle condizioni e dei diritti dei condannati a morte e delle loro famiglie, segnalata persino da Amnesty International), ancora non abrogata.


    Cultura dei diritti umani
    "Cultura dei diritti umani" è un'espressione ormai entrata a far parte del linguaggio corrente del Giappone.
    Il concetto di diritti umani entra nella cultura e nella società giapponese in ritardo confronto all'Occidente e sono tre i momenti fondamentali che ne tracciano la linea di pensiero:

    1) "Gakumon no susume" (Incoraggiamento al sapere, 1872) di Fukuzawa Yukichi
    Promulgava l'uguaglianza sociale, il superamento del maschilismo (riformando il sistema famigliare a favore della donna), e riteneva necessarie - in una società democratica - le relazioni sociali e il dibattito. Il testo è inoltre reso accessibile a tutti, poiché privo di prestiti linguistici dal cinese e vicino al modo di parlare del popolo. Continuavano però ad essere presenti elementi tipici del confucianesimo, che si andavano a scontrare con le proposte governative fatte da Fukuzawa. A causa della difficoltà nel tradurre alcuni termini chiave della democrazia, risultò anche chiaro non ne avesse compreso appieno il significato.

    2) Costituzione Meiji
    Durante l'epoca Meiji venne introdotta la visione dell'individuo e dei suoi diritti nella struttura sociale, seppur fosse contrastata da fazioni ancora legate al Confucianesimo e ostili nei confronti dell'Occidente e della civilizzazione. La costituzione Meiji comunque stabiliva alcuni diritti dei cittadini, tra cui: il diritto di organizzazione sindacale dei lavoratori, dell'imputato, dei condannati; proibiva la tortura e l'accanimento penale.

    3) "International law, human rights, and Japanese law. The impact of International law on Japanese Law" (1998) di Iwasawa Yuji
    A partire dal 1946, il Giappone ha siglato numerosi trattati e accordi internazionali, allo scopo di salvaguardare i diritti umani. La partecipazione del Giappone moderno alla comunità internazionale è significativa, ed esso contribuisci notevolmente al finanziamento del volontariato delle Nazioni Unite e coopera attivamente allo sviluppo (come in Africa).


    Diritto alla pace
    Il Diritto alla Pace, di cui si parla nell'Art.9 della Costituzione Giapponese, è uno dei nodi più controversi della sua revisione. Al momento il Corpo di Autodifesa (Jieitai) è impegnato solamente in missioni di pace e azioni non categorizzabili come guerra fra Stati. Negli ultimi anni però gli Stati Uniti hanno iniziato a fare più pressione per la riattivazione del Diritto di autodifesa collettiva, che darebbe la possibilità al Giappone di intervenire in caso di attacco (anche a Paesi alleati).


    Fukuzawa Shichiro
    La produzione artistica di Fukuzawa Shichiro è fortemente influenzata dalla sua passione per la musica, unica costante nella sua vita. La musicalità della sua prosa infatti è la vera novità, caratterizzata da una certa scansione ritmica. Presenta motivi che vanno e vengono nel corso del racconto, facendo focalizzare il lettore su diversi elementi.
    Infatti il suo racconto "Nankinkozo" ha i tratti di un pezzo musicale, strutturato su temi principali e secondari che ritornano.
    Fukuzawa Shichiro tratta di temi quali i diritti dell'infanzia e della disabilità, di povertà e vendita di esseri umani, di mancanza di assistenza per i bisognosi, ma parla anche di anziani (in "Narayama Bushiko").
    Un altra sua caratteristica è il linguaggio è spesso aspro e duro, difficile.


    Fukuzawa Yukichi
    "Gakumon no susume" (Incoraggiamento al sapere, 1872)

    "Bunmeiron no gairyaku" (Lineamenti di teoria della civiltà, 1875)
    L'autore divide il mondo in tre gruppi:
    - civili (bunmei)
    - semicivilizzati (hankai)
    - selvaggi (yaban)
    Dice che il Giappone è hankai rispetto l'Europa e bunmei rispetto l'Africa, ma considerata la loro attitudine colonialista, certi Paesi Europei potrebbero essere definiti yaban, poiché è con lo studio che si può ottenere di più. Fukuzawa è convinto infatti che il Giappone, padroneggiando ogni aspetto della cultura occidentale potrebbe guidare un'alleanza asiatica con Cina e Corea, verso una moderna civilizzazione.

    "Datsuaron" (Teorie sulla de-asiatizzazione, 1885)
    Crede sia necessaria la liberazione dall'Asia, perché il Giappone è diverso dagli altri Paesi Asiatici, con loro non condivide neanche un sistema di governo dispotico.
    I giapponesi non sono asiatici, non sono di "razza gialla".
    Seppur in seguito vennero prese posizioni differenti, queste furono ugualmente strumentalizzate dall'Imperialismo giapponese.


    Hakai - Burakumin
    Hakai è un romanzo di Shimazaki Toson, pubblicato nel 1906, periodo in cui si dava per scontato che gli episodi di discriminazione nei confronti dei Burakumin fossero diminuiti (cosa che invece non era così). Il romanzo racconta infatti di Segawa Ushimatsu, il quale lasciò la sua casa promettendo al padre che non avrebbe mai rivelato a nessuno il segreto riguardante le sue origini, quello di essere un Burakumin, così da potersi assicurare un posto nella società. Infatti Ushimatsu finisce l'università e diventa insegnante, ma con lui cresce anche la preoccupazione, la paura di essere scoperto. Una serie di avvenimenti sconvolgono la sua vita, come la morte del padre e il ritorno a casa; l'incontro con il suo autore preferito, Inoko Rentaro, esso stesso un Burakumin che si batte per i suoi diritti; il Preside della scuola che cerca un modo per allontanarlo dall'Istituto e le voci che cominciano a girare sul suo conto. Tutto ciò lo porta ad un'auto-consapevolezza e al desidero di liberarsi di questo pesante segreto e ritornare ad abbracciare le proprie origini.
    Hakai non è un esempio di emancipazione, quando Ushimatsu rende pubbliche le sue origini lo fa chiedendo scusa e inchinandosi persino ai suoi studenti, non ha fiducia né nel suo migliore amico né nella ragazza di cui è innamorato, lasciando intendere una sorta di umiliazione provata per quello che è. Questo infatti mosse diverse critiche, soprattutto da parte della comunità dei Burakumin.

    Shimazaki fu il primo scrittore ad occuparsi del tema dei fuoricasta, non fu l'unico, ma lo fece con realismo, serietà e umanità, con i tratti caratteristici del Romanzo dell'Io (dati dalle tematiche dell'eredità e della confessione, e dalla profonda e complessa psicologia dei personaggi), il cui scopo era quello di rivelare la realtà dei fatti senza romanzarli.

    I Burakumin (lett. abitanti del Buraku), sono una delle minoranze soggette a discriminazione presenti in Giappone. Un tempo costretti a vivere in villaggi separati dalla civiltà (nel periodo Tokugawa in particolare furono ampiamente discriminati) poiché considerati impuri. La causa di ciò erano i lavoro da loro svolti. Lo Shinto considerava impuro tutto ciò che aveva a che fare con il sangue e la morte, così persone che svolgevano attività che lo riguardavano (come i macellai, i conciatori, i boia) acquisivano lo stesso attributo.
    Non erano discriminati solo dal punto di vista civile (non potevano entrare nelle locande, non ricevevano cure mediche se malati), ma anche religioso: potevano aderire solamente a determinate sette, avevano templi appositi per loro, così come i preti. Nel sistema anagrafico stilato nel 1872 venivano identificati ancora come non-persone, quasi allo stesso livello di animali (infatti c'era anche la diceria avessero quattro dita).
    Nel 1900 ancora sarebbero stati pochissimi (quasi nessuno) i giapponesi disposti a sposare o dare lavoro ad un fuoricasta. Ma questi furono anche gli anni in cui presero piede movimenti per l'emancipazione di questa categoria, a livello nazionale, e la società fu costretta a prendere coscienza della situazione, tanto che nel 1969 fu emanata una Legge sulle misure speciali, con la quale si cercava di risolvere anche le problematiche legate alle minoranze discriminate.
    Seppur sul finire degli anni '90 fu notevole il miglioramento, con un aumento dei giovani Burakumin ad avere accesso ad un'istruzione superiore e a trovare lavoro in grandi aziende, in un rapporto del '95 si registravano ancora problemi a scuola, sul posto di lavoro e nei matrimoni fuori dalla comunità.

    [Altro su Hakai:
    O-shiho è la ragazza di cui Ushimatsu è innamorato e che ricambia il suo sentimento.
    Quando Ginnosuke va a parlarle, preoccupato per Ushimatsu e i suoi sentimenti, scopre che anche la ragazza ha un oscuro segreto da nascondere. Durante la sua permanenza al Tempio Rengeji, il prete, suo padre adottivo, aveva abusato di lei, cosa che, considerata la mentalità giapponese del tempo, avrebbe reso anche lei "impura", tanto quanto Ushimatsu, diventandone la controparte femminile (entrambi sottostanno ad un comandamento datogli dal padre ed entrambi sono costretti a mentire per rispettare questo dovere).
    O-shiho è pronta ad accettare Ushimatsu per quello che è, non tanto per il suo essere Eta, ma per li suo essere quieto e sensibile.

    Ginnosuke è il miglior amico di Ushimatsu, descritto come gentile e onesto.

    Una scena importante è quella della macellazione del toro che ha incornato a morte il padre di Ushimatsu. Quella del macellaio è una professione tradizionale degli Eta e Toson la descrive i fuoricasta a lavoro nel mattatoio in modo totalmente diverso dal protagonista e da Inoko Rentaro (usando termini come "stupidi", "dalla faccia rossa", "di colore"). Questa dualità nei confronti degli Eta, è un tema ricorrente nel romanzo. Dopo di ciò, dopo il suo ritorno a Iiyama, decide di confessare il suo segreto a Inoko Rentaro, il quale però viene ucciso.]


    Ishimure Michiko
    Ishimure Michiko è una scrittrice coinvolta nella tutela ambientale ed ecologica. Questo traspare soprattutto nel suo romanzo "Kugai Jodo" (1969), una vera a propria documentazione della malattia di Minamata, non solo dal punto di vista delle vittime dirette, e dei loro familiari, ma anche dal punto di vista medico e politico.
    La sindrome di Minamata, la quale prende il nome dalla zona in cui è stata scoperta (nel 1956), è una sindrome neurologia causata da intossicazone acuta da mercurio, che fu dovuta al rilascio di rifiuti tossici nelle acque di scarico dall'industria chimica Chisso Corporation (dal 1932 al 68).
    Come Ishimure riporta, tra i primi a notare strani eventi nella baia furono i pescatori, le cui barche apparivano stranamente deformate e danneggiate, i quali non riuscivano più a pescare poiché i pesci sembravano spariti e notavano masse di sostanze oleose galleggiare sull'acqua, mentre i bacini più piccoli e chiusi erano addirittura stagnanti e maleodoranti.
    La malattia di Minamata non fu solo un problema per la quantità di vittime che causò, ma anche per l'economia dei villaggi in cui si espanse, poiché si trattava di posti principalmente abitati da pescatori, a cui venne vietato di vendere e consumare il pesce pescato nella baia (incrementando la povertà e modificando la dieta degli abitanti).
    I gatti furono tra i primi a contrarre la malattia, tanto da farle prendere il nome di Malattia della danza dei gatti, poiché questi erano soliti "danzare" su loro stessi e correre in modo confuso, sbattendo anche contro cose o cadendo in mare. I gatti presentavano molti sintomi frequenti anche negli esseri umani, come le crisi spastiche e le convulsioni, la cecità e la sordità. Molti bambini inoltre contrassero la malattia nel grembo materno, poiché il mercurio passava attraverso la placenta, avvelenando il feto.
    Nel romanzo vengono raccontate le storie di diversi malati, come Sugihara Yuki, soprannominata dalla stampa "la bambola che beve latte", una ragazza incosciente dall'età di 6 anni. I genitori si chiedono se la sua anima abbia già lasciato il suo corpo, ma non possono incolpare i kami di qualcosa di così terribile, creato da mani umane.
    Oppure Ezuno Mokutaro, rimasto solo con i fratelli e i nonni che lo venerano come fosse un Buddha vivente, sempre sorridente e con lo sguardo fisso, leggero come una statuetta votiva in legno.
    Come si può notare da queste ultime due storie, importante è il ruolo della religione nel romanzo di Ishimure, quasi a cercare di regalare una pace, dovuta, alle vittime di questo terribile disastro. Infatti "Jodo", Terra Pura, è un chiaro richiamo alla scuola di pensiero Buddhista praticata da molti giapponesi, mentre "Kugai" significa mare di sofferenza.
    Le causa alla Chisso Corporation termina nel 2001, con circa 2265 vittime accertate e 10mila coinvolti in modo minore. Si tratta del primo grande caso che ha portato l'attenzione della Nazione al problema dell'inquinamento ambientale, ed il primo caso con cui il popolo è riuscito a farsi sentire attraverso la legge.


    Miyamoto Yuriko
    Miyamoto Yuriko fu attiva politicamente sia con il movimento femminista sia nel Partito Comunista. A questa ideologia si avvicinò negli anni passati nell'Unione Sovietica, dove andò a vivere dopo un matrimonio finito male ed essersi allontanata dalla famiglia che non condivideva i suoi ideali, e dove trascorse alcuni anni con un'amica, studiò la lingua e la letteratura. Tornata in Giappone si iscrisse appunto nel Partito Comunista e sposò il segretario del partito (Miyamoto Kenji). A causa delle Leggi per il mantenimento dell'ordine pubblico, però, vennero arrestati entrambi. Lei trascorse 2 anni in prigione e visse la guerra da civile, lui 10 senza pentirsi per poter ottenere una pena ridotta.
    Di queste esperienze parla nei suoi romanzi, in particolare in "Banshu Heya" e "Fuchiso", i due sono in un certo senso collegati, infatti in entrambi Yuriko è rappresentata dalla protagonista Hiroko e il marito Kenji da Jukichi.
    In "Banshu Heya" racconta della resa del Giappone, l'immoralità lasciata dalla guerra e il ricongiungimento con il marito dopo la sua scarcerazione.
    In "Fuchiso" invece descrive le difficoltà nel trovare un equilibrio nella coppia dopo le atrocità vissute in guerra e in prigione (i lavori forzati, le malattie, la morte) che li hanno profondamente cambiati. Inoltre descrive la vita in carcere per i prigionieri politici e la rinascita del Partito Comunista Giapponese. "Fuchiso" è un punto d'incontro tra il romanzo dell'io e la letteratura proletaria: è ricco di lunghi monologhi interiori e i personaggi sono riccamente caratterizzati, ma questi sono sempre inseriti in un contesto di gruppo con cui condividono sorti e dolori. Considerabile anche un romanzo politico poiché condanna la guerra e spinge a riflettere.

    Va specificato a questo punto che la Letteratura Proletaria porta questo nome seppur non vi fossero coinvolti dei proletari. Chi prende parte a questo movimento intende la letteratura come strumento di interpretazione della realtà, sempre inserita nel contesto della collettività, della condivisione. Muovono infatti dure critiche verso il sistema tradizionale che vedeva lo scrittore lontano dalla realtà e lontano da ciò che non riguardava il suo piccolo mondo, così come la mancanza di relazionalità del romanzo dell'io.


    Ooka Shohei
    Ooka, racconta della sua esperienza come soldato nelle Filippine in "Memorie di un prigioniero di guerra", del 1948. Un racconto crudo e pieno di realismo che illustra gli ultimi anni di uno scontro in cui i soldati giapponesi furono mandati al fronte solamente per morire in nome della patria.
    Ooka, malato e assetato, riuscì per una serie di casualità a scampare alle disgrazie che portarono alla morte di tutti i suoi compagni sull'isola di Mindoro, finché non fu catturato dai soldati americani e fatto prigioniero. Ooka è esausto, non sente più l'onore e il patriottismo con cui era partito, vorrebbe solamente morire, ma non più per la patria.
    Particolarmente dettagliato lo scambio di sguardi con i soldati americani, in particolare con il primo che incontra faccia a faccia, analizza lui stesso le motivazioni per cui in quel momento si trattenne dallo sparare: forse la stanchezza, il rivedere il figlio in quel giovane o non voler abbandonare il mondo con le mani sporche. Tutte piccole casualità che lo portarono a sopravvivere, ad essere l'unico a tornare a casa.


    Rojin-mondai
    Il periodo di pace e di benessere che seguì la II Guerra Mondiale portò ad un boom di nascite che fece crescere demograficamente il Paese, ma che ad oggi ha portato ad un'altissima percentuale di anziani nella società giapponese (33% al 2014). Questa lunga aspettativa di vita è favorita da diversi fattori che migliorano le condizioni di vita, come la dieta giapponese e le nuove tecnologie mediche che aiutano a prevenire le malattie. Inoltre la percentuale di anziani è innalzata dal tasso di nascite che si va ad abbassare sempre di più. Questo è dovuto a cambiamenti culturali ed economici come matrimoni in tarda età, il costo della vita e del mantenimento di un figlio, l'emancipazione delle donne, lavoro precario ecc. In particolare, la maggior parte delle donne non rinunciano più allo studio e alla carriera lavorativa né per fare le madri né per occuparsi degli anziani. Tradizionalmente infatti era la famiglia, la donna, ad occuparsene e il welfare del Giappone prevede pochi sistemi di tutela e assistenza agli anziani, cosa che di questi tempi rende difficile prendersene cura in casa. Sono aumentate così le Rojin-home, strutture per anziani che non hanno una famiglia che possa occuparsi di loro.
    Un fenomeno legato a questa situazione è quello del Kodoku-shi, della morte solitaria consapevole, dato dalla quantità di anziani che vivono soli e isolati, che si lasciano morire per non pesare sulla famiglia. Questo viene ripreso da una pratica folcroristica chiamata Uba-sute, in cui gli anziani venivano abandonati nei recessi della montagna nel momento in cui non erano più di aiuto per la comunità.

    A parlare della condizione degli anziani sono Fukazawa Shichiro nel suo "Narayama Bushiko", dove integra l'ubasute, parlando di un'anziana che decide di allontanarsi dal suo villaggio pur essendo in ottima salute, per non essere paragonata ad un oni che vuole prosciugarne tutte le risorse, e Niwa Fumio nel suo racconto "L'età odiosa". Questo in particolare fu scandaloso per la società giapponese poiché descriveva gli anziani sotto un'ottica diversa: dal punto di vista del confucianesimo si tratta di figure di grande saggezza che guidano i giovani e di cui la famiglia aveva il dovere di prendersi cura. Per Niwa invece, nato e cresciuto in un ambiente buddhista, che in particolare condanna le donne a fonte di malvagità è stoltezza, descrive tutti gli aspetti negativi della senilità, i problemi fisici e mentali, e quelli che causano alle famiglie, senza alcun filtro.
    Il racconto parla di Ume, un'anziana affetta da demenza senile che sembra non fare altro che recare disturbo e creare discordia nelle famiglie che se ne prendono cura. Le sue nipoti cercano in tutti i modi di liberarsene poiché solita rubare, sprecare cibo, maledire i nipoti e rovinare oggetti di valore.


    Tayama Katai
    Tayama Katai è uno dei maggiori esponenti del naturalismo giapponese, fondatore del Romanzo dell'io (shishosetsu, genere letterario in cui vengono descritte con realismo le esperienze personali dell'autore, tipo romanzo confessionale, senza abbellimenti, votato ad esporre i lati oscuri della società).

    Opera di spicco del Romanzo dell'io è "Futon", del 1907, vista la stretta corrispondenza tra testo e vita reale dell'autore. L'elemento autobiografico è dato dalla relazione tra Katai e una sua allieva che dopo il suo ritorno dalla guerra lo rifiuta perché innamorata di un altro, seppur lui insista per sposarla.
    Il protagonista è Takanaka Tokio, un insegnante, sposato, ma innamorato di un'altra donna. Tokio piange nel suo futon ormai vuoto dopo aver insistito per rimandare la ragazza nella sua casa di provincia.

    "Un soldato" è un racconto del 1908, che parla di un soldato che, dopo aver lasciato l'ospedale in cui era ricoverato a causa del beriberi, si ritrova a vagare per le campagne sconfinate della Manciuria. Cerca in tutti i modi un passaggio e poi un medico quando sente che le sue condizioni peggiorano. Muore in un magazzino assistito da due uomini che però non sanno e non possono fare nulla per lui.
    Il racconto è disseminato di flash in cui il protagonista si ricorda dei suoi cari, la madre, il fratello, la moglie, e la sua città natale, la sua casa, la spiaggia, i pescatori ecc.
    Il racconto si chiude con il suono della battaglia iniziata a Liaoyang.


    Tsushima Yuko
    Nelle sue opere, Tsushima Yuko, ha sempre cercato di rivendicare la condizione femmminile, scrivendo di donne forti che riescono a superare difficoltà, affrontando temi come quello del divozio, delle madri single e della gravidanza in giovane età.
    Ad esempio la protagonista del suo romanzo "Yama wo hashiru onna", è Takiko, una ragazza rimasta incinta a soli 20 anni, dopo aver trascorso una notte con un uomo conosciuto a lavoro già sposato, che decide di tenere il bambino andando contro alla sua stessa famiglia e alla società. La madre infatti non fa altro che ricordarle quanto sia un fallimento e la incita ad abortire, fino alla fine preoccupata solamente delle voci che girano sul suo suo conto, mentre il padre è un alcolizzato violento. L'unico che la difende e si prende cura di lei è il fratello. La gravidanza è vissuta male dalla ragazza e le sue condizioni psicologiche peggiorano con la nascita; viene inoltre illustrata la difficoltà di essere una ragazza madre nella società giapponese, la difficoltà a trovare un ospedale in cui partoriere e per le cure mediche, quella dell'iscrizione del bambino all'asilo nido, e quella del mantenimento di un lavoro.
    Infatti Takiko è costretta a licenziarsi da diversi lavori per via della gravidanza e a causa degli orari dell'asilo.
    Takiko subisce un cambiamento tra prima e dopo la gravidanza: all'inizio rivuole indietro il suo corpo, non sente né la gravidanza né il bambino come suoi; in seguito riesce a sentirsi pervasa dall'amore ad ogni minimo gesto e espressione del figlio Akira.
    Numerosi sono i riferimento all'infanzia della madre, alle visioni di villaggi e scene di montagna; la montagna è un punto focale della sua narrazione, talvolta Takiko sogna di correre forte e libera tra le montagne. Sono presenti anche riferimenti folcloristici a Yama-uba (o yamanba).
     
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    Aggiungo che ho ancora tutti i pdf sia dei romanzi che dei racconti, se vi servono o siete curiosi di leggerne alcuni fatemi un fischio. Tipo Hakai è molto bello oppure visto che è uscito il film su Minamata con Johnny Depp :hue: Kugai Jodo potrebbe essere un ottimo approfondimento (terribile in realtà o ancora i brividi solo a pensarci).
     
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1 replies since 20/1/2021, 20:14   20 views
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