Ghəi Chinəsi
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The Untamed (陈情令 Chén Qíng Lìng) è stato un fenomeno di portata mondiale sul finire del 2019, inizio 2020. Durante la quarantena sul mio Twitter c’erano due principali temi di discussione: il virus e The Untamed. Comico direi, prodotti cinesi in entrambi i casi, “virali” in tutti i sensi. Anche perché il picco del trash si è raggiunto quando si è andata a creare una piccola cerchia di fangirl di Conte, le stesse persone che prima si lamentavano della presenza persistente di questo drama sui social mi inondavano la home di edit video di un politico. Ma torniamo al discorso principale. È il 2015 quando Mo Xian Tong Xiu, studentessa di economia appassionata di letteratura, inizia a pubblicare sul web la sua novel storico-fantastica (in cinese vengono definite xianxia novel) Mo Dao Zu Shi (魔道祖 Grandmaster of Demonic Cultivation), inconsapevole del grande successo che avrebbe raggiunto di lì a poco. Ben presto infatti seguirà non solo la stampa cartacea della sua opera, ma anche un manhua, una serie animata, tre stagioni di un audio drama, ma in particolare vedrà la luce la serie tv che ha incrementato esponenzialmente la popolarità di questa opera, vista la disponibilità su scala internazionale grazie a WeTV e Netflix. Infatti, The Untamed (il titolo dello sceneggiato è diverso) è considerata la serie tv cinese più popolare sul web tra il 2019 e gli inizi del 2020 e quella con i maggiori incassi nell’anno di uscita (più di 97 milioni di yuan). Persino la soundtrack ha toccato vette altissime per gli standard: ad agosto 2019 contava 15 milioni di copie vendute e la certificazione come disco di platino; a settembre 2019 era la soundtrack più comprata nei siti di streaming musicali cinesi, arrivando 15° nella classifica generale degli album più venduti. Si sono tenuti fan meeting con gli attori in molte parti del mondo e c’è stato addirittura un concerto dedicato alla serie. Il 2020 è quasi finito e gli appassionati continuano a parlarne sui social, sicuramente con meno enfasi, ma con altrettanta efficacia.
Chi non si è chiesto come ha fatto questa serie tv a diventare tanto popolare? Credo che un po’ a tutti noi sia capitato di entrare in un ristorante cinese e trovare uno di questi drama sugli schermi, e pensare a come facesse quella cameriera in pausa a starsene lì, tutta presa, a guardare qualcosa che a noi appare tanto bizzarro e distante. Questione di abitudine, ma approfondiamo. La trama di The Untamed non è affatto semplice – personalmente ho fatto fatica ad ingranare con il manhua e mi rendo conto che anche la serie tv potrebbe presentare le stesse problematiche all’inizio – tanti avvenimenti e relazioni si intrecciano già nei primi episodi e se non si è pratici di cultura e usanze ci potrebbe volere un po’ per ambientarsi. Nel primo episodio ci vengono già presentati alcuni personaggi importanti approfondendo però solo quello di Wei Wuxian, uno dei protagonisti. Sappiamo che è scomparso, precipitato da una scarpata e il suo corpo non è mai stato ritrovato. Sedici anni dopo Mo Xuanyu, considerato uno svitato addirittura dai suoi familiari, sacrifica la sua anima per riportare in vita Wei Wuxian e vendicarsi degli abusi che ha dovuto sopportare. Seppure ora si trovi nel corpo di Mo Xuanyu non torna difficile alle persone a lui più vicine riconoscere Wei Wuxian, di certo non alla sua “anima gemella” Lan Wangji. Nel secondo episodio abbiamo il salto temporale. Si torna indietro intricando una fitta storia di contrasti tra clan, mostri che divorano anime e poteri spirituali, che – per una trentina di episodi – ci riporterà alla morte di Wei Wuxian e poi nuovamente al presente.
Considerata dalla critica una meravigliosa rappresentazione delle caratteristiche culturali e tradizionali cinesi, inserite in una trama solida e sviluppata attraverso personaggi ben costruiti, adornati da costumi bellissimi – ricordo ancora una disquisizione che lessi su internet mesi e mesi fa, quando ancora non avevo idea di cosa fosse The Untamed/MDZS, riguardo alla cura riposta nelle acconciature e in particolare negli accessori che racchiudono i capelli dei personaggi – va anche detto che gran parte delle persone che vi si avvicinano lo fanno per il rapporto tra Wei Wuxian e Lan Wangji. Infatti, Mo Dao Zu Shi è una novel dichiaratamente BL, cioè che tratta di amore omoerotico. Wei Wuxian e Lan Wangji sono destinati a stare insieme – è chiaro anche nella serie tv seppur la cosa venga alleggerita dalla censura – e i loro caratteri agli antipodi danno vita a scenette divertenti che lasciano ben poco da intendere.
In un periodo in cui le serie tv BL thai stanno riscuotendo sempre più successo anche all’estero, era impossibile che The Untamed non venisse notata. Certo è che il merito non va solo a quella piccola parte della storia. Sicuramente anche il cast ha attirato la sua fetta di attenzione. Nei panni di Wei Wuxian e Lan Wangji troviamo rispettivamente Xiao Zhan e Wang Yibo. Entrambi idol, Xiao Zhan è un membro del gruppo cinese X Nine e ha alle spalle altre esperienze come attore, Wang Yibo fa invece parte del gruppo kpop Uniq e oltre a dilettarsi con la recitazione è un motociclista del team cinese della Yamaha – fan sfegatato di Valentino Rossi ho detto tutto – un vigile del fuoco, faceva parte del comitato organizzativo delle Olimpiadi invernali di Pechino, sa andare sullo skateboard e forse appena possibile verrà eletto Presidente del Mondo, immagino. Comunque, non conoscendo bene il panorama degli attori cinesi non sono in grado di dare grandi valutazioni sul cast, ma vista la mia praticità con quello che è in generale lo standard orientale – nei drama coreani, in quelli giapponesi, thailandesi, filippini ecc. – non ci trovo grandi differenze. Certo è che tecnicamente lo trovo molto scadente, effetti speciali del genere non li ho visti neanche in The Jurassic Game, ma rendono il tutto più divertente e trash come piace a noi.
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