Daniil Charms

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  1. zoof
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    A me interessano solo le «scemenze»; solo quello che non ha nessun senso pratico. Mi interessa la vita solo nelle sue manifestazioni assurde.
    Eroismo, pathos, audacia, moralità, pulizia, etica, commozione e fervore sono parole e sentimenti che non posso sopportare.
    Ma capisco perfettamente e apprezzo: entusiasmo e ammirazione, ispirazione e disperazione, passione e riservatezza, dissolutezza e castità, tristezza e dolore, felicità e riso.
    Daniil Charms


    daniil-kharms_2-t



    Scrittore, poeta e drammaturgo sovietico surrealista, conosciuto con lo pseudonimo di Daniil Charms (che io leggo come kharms :morfeo: ma penso sia giusto in entrambi i modi)
    che dire? Uno crittore sgarzullino ante-litteram :yama:
    CITAZIONE
    Nel 1924 iniziò a frequentare il Leningrad Electrotechnicum, dal quale venne espulso "per scarsa predisposizione alle attività sociali". Dopo questa espulsione, si dedicò interamente alla letteratura.

    :dramma:

    I suoi lavori "adulti" non vennero pubblicati mentre era in vita, cominciarono a circolare negli anni '60 come "samizdat", ovvero clandestinamente. All'unione sovietica stava particolarmente sul cavolo l'avanguardia in generale, e se volevi fare lo scrittore (ed essere pubblicato) dovevi scrivere come un "realista socialista".
    CITAZIONE
    Kharms' world is unpredictable and disordered; characters repeat the same actions many times in succession or otherwise behave irrationally; linear stories start to develop but are interrupted in midstream by inexplicable catastrophes that send them in completely different directions

    Così Charms si rifugiò nella letteratura per bambini: nel '27 fu invitato a far parte dell'associazione degli scrittori per l'infanzia e ci rimase per tutta la vita. Ma pure i libri per bambini dovevano essere realisti e socialisti e quindi nel 1931 fu arrestato con l'accusa di essere membro di un "gruppo di scrittori anti-sovietici per bambini" :krigerinne:
    CITAZIONE
    Arrestato una prima volta il 10 dicembre 1931, condannato a tre anni di lavori forzati, commutati dopo sei mesi in esilio a Kursk, Charms venne nuovamente arrestato il 23 agosto 1941 durante l'assedio di Leningrado: internato, morì il 2 febbraio 1942 nella clinica psichiatrica detentiva di Novosibirsk.

    la merda.

    daniil_kharms
    guardate che tipo, cè :zoof:



    la cosa bellissima è che scriveva delle cose tremende sui bambini, nelle sue opere "per adulti"
    CITAZIONE
    Mi chiamano cappuccino. Per questo mi toccherà strappare le orecchie a qualcuno, ma adesso, quello che non mi dà pace, è la gloria di Jean-Jacques Rousseau. Perché sapeva tutto? E come fasciare i bambini, e come maritar le ragazze. Piacerebbe anche a me, saper tutto. Io poi so già tutto, solo non ho fiducia nelle mie conoscenze. Sui bambini io so con certezza che non bisogna fasciarli per niente, bisogna distruggerli. Per questo farei in città una buca centrale e ci butterei i bambini. E perché dalla buca non venisse puzza di decomposizione, una volta la settimana ci si potrebbe aggiungere la calce viva. Nella stessa buca ci spingerei anche tutti i pastori tedeschi.

    :waa:
    CITAZIONE
    Riabilitazione
    Posso dire modestamente che quando Volodja mi ha picchiato in un orecchio e mi ha sputato in fronte io gli ho dato una di quelle strette che non se la dimentica. Subito dopo l’ho picchiato con il fornello da campo, invece con il ferro da stiro l’ho picchiato di sera. Di modo che non è morto proprio subito. Questo non significa che gli ho strappato la gamba di giorno. Allora era ancora vivo. Andrjuša invece l’ho ucciso per inerzia, e di questo non mi sento di farmi una colpa. Perché Andrjuša e Elizaveta Antonovna mi sono capitati tra i piedi? Non avevano nessun motivo di saltar fuori dalla porta. Mi accusano di essere sanguinario, dicono che ho bevuto del sangue, ma questo non è vero, ho leccato le macchie e le pozze di sangue; è il naturale desiderio di una persona di cancellare le tracce del suo, anche se insignificante, delitto. E poi non ho violentato Elizaveta Antonovna. Prima di tutto, non era più vergine, e secondo io ho avuto a che fare con un cadavere, che non si lamentava. E cosa c’entra il fatto che era incinta? L’ho estratto io il bambino. E che non fosse più vivo, non è colpa mia. Non sono io che gli ho strappato la testa, è che aveva il collo sottile. Non era fatto per questa vita. È vero che con gli stivali ho spalmato sul pavimento il loro cane. Ma è un bella dimostrazione di cinismo accusarmi di aver ucciso un cane quando lì vicino, per così dire, erano state distrutte tre vite umane. Il bambino non lo conto. Bè, va bene: in tutto questo (posso essere d’accordo), si può vedere una certa crudeltà da parte mia. Ma considerare un delitto il fatto che io mi sono seduto e ho defecato sulle mie vittime, questo, scusate, è assurdo. Defecare è una necessità naturale e di conseguenza affatto delittuosa. Perciò capisco l’apprensione del mio difensore, ma spero ugualmente in una assoluzione con formula piena.

    :lool:
    very sgarzullino stuff:
    CITAZIONE
    Adesso racconto come sono nato, come sono cresciuto, e come si sono manifestati in me i primi segni del genio. Io sono nato due volte. È successo così.
    Mio babbo ha sposato mia mamma nel 1902, ma i miei genitori mi han messo al mondo solo alla fine del 1905, perché mio babbo voleva assolutamente che suo figlio nascesse il primo gennaio. Il babbo aveva calcolato che il concepimento dovesse aver luogo il primo di aprile, e solo quel giorno si è avvicinato alla mamma al fine di concepire un bambino.
    La prima volta il babbo si è avvicinato alla mamma il primo aprile del 1903. La mamma aspettava da tempo questo momento, e se ne è molto rallegrata. Ma il babbo, si vede, era proprio in vena di scherzi, e non si è trattenuto e ha detto alla mamma – Pesce d’aprile!
    La mamma si è offesa moltissimo, e per quel giorno non ha permesso al babbo di avvicinarsi. È toccato aspettare l’anno successivo.
    Il primo aprile 1904 il babbo ha ricominciato ad avvicinarsi alla mamma con lo stesso fine. Ma la mamma, ricordando il caso precedente, ha detto che non voleva più far la figura della stupida, e di nuovo non ha permesso al babbo di avvicinarsi. Per quanto il babbo si agitasse, non c’è stato niente da fare.
    E è stato soltanto l’anno dopo che mio babbo è riuscito a vincere le resistenze di mia mamma e a concepirmi.
    Così, il mio concepimento ha avuto luogo il primo aprile 1905.
    Tutti i conti del babbo, però, sono andati a farsi benedire, perché io sono risultato prematuro e sono nato quattro mesi prima del previsto.
    Il babbo si è infuriato talmente che la levatrice che mi aveva preso si è spaventata e ha cominciato a rificcarmi nel posto da dove ero uscito.
    Uno studente dell’accademia medico-militare che assisteva al parto ha dichiarato che a rificcarmi dentro non ci sarebbero riusciti. Tuttavia, nonostante le parole dello studente, a rificcarmi dentro ci sono riusciti, ma, per la fretta, non nel posto giusto.
    A questo punto è cominciata una terribile baraonda. La puerpera grida – Datemi il mio bambino! – E le rispondono: – Il suo bambino, – le dicono, – si trova dentro di lei. – Come, – grida la puerpera, – come sarebbe, dentro di me, se l’ho appena partorito! – E se si sbagliasse? – dicono alla puerpera. – Come, – grida la puerpera,
    – come faccio a sbagliarmi! Come se potessi sbagliarmi. Ma se un attimo fa ho visto il bambino qui sul lenzuolo!
    – È vero, – dicono alla puerpera, – però, forse, si è infilato da qualche parte –. In poche parole, non sapevano neanche loro che cosa dire alla puerpera.
    E la puerpera strepita e chiede che le diano il suo bambino.
    È toccato chiamare un medico esperto. Il medico esperto ha visitato la puerpera e ha allargato le braccia, poi ha capito la situazione e ha dato alla puerpera una buona dose di sale inglese. Alla puerpera è venuta la diarrea, e in questo modo io sono venuto al mondo per la seconda volta.
    A questo punto il babbo ha ricominciato a dare in escandescenze, che secondo lui questa, diceva, non si poteva ancora chiamare una nascita, che questo, diceva, non era ancora un uomo ma piuttosto un mezzo embrione e che bisognava rificcarlo dentro, oppure metterlo nell’incubatrice.
    Allora mi han messo nell’incubatrice.

    :??:
     
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