RAADS-R (nuovo asperger-test)

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    Pera ma che significa che hanno sospettato. So degli scemi, viè a Roma che la diagnosi te la fanno in un giorno. Con il tuo aspie quiz e questo RAADS te sei asperger paro paro
     
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    Con i soldi della spesa comprerò un po' di ebraismo

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    vabbè ma io sto bene anche senza diagnosi
    per cui a sto punto han deciso di farmi aspettare, sarà che non ce n'è reale bisogno infatti
     
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    Ma dipende, se vai tipo da uno psicologo o cose così è importante la diagnosi perché così sarà più mirata e efficace. Se non vai da uno specialista non serve a niente, serve solo a te per consapevolezza personale. Perché tipo io è da quando ho 16 anni che mi sto facendo un'auto-terapia che funziona. Quindi menomale che ho scoperto di essere aspie perché sennò secondo me ad oggi io ero depressa. :azrael:
     
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    questo è un test del cavolo e io lo odio
    ho faticato un sacco mentre lo facevo, sudavo, mi accasciavo e chiedevo a zap di leggermi le domande :dramma:
    (comunque certe non sono molto chiare perché sono tradotte male)
    e la domanda sull'imitare i comportamenti altrui per sembrare normali secondo me è fuorviante :nope:
    perché rispondere no può voler dire due cose:
    1non ho bisogno di imitare il comportamento degli altri perché sembro normale di mio
    2 non sembro normale ma non faccio nulla per mimetizzarmi :morfeo:
    e ce ne sono un sacco così
    e poi scommetto che diverse persone hanno messo sì alla domanda (continuo a usare la parola domanda anche se non è quella giusta :okko:) che ho preso ad esempio e a quella che diceva "non so come bisogna comportarsi nelle situazioni sociali" o tipo "non riesco a capire cosa pensano gli altri quando parliamo" (sto andando a memoria). Cè se imiti il comportamento degli altri per sembrare normale vuol dire che sai cos'è ritenuto normale e quindi sai come bisogna comportarsi nelle situazioni sociali. e più o meno intuisci quello che pensano gli altri :morfeo: ??

    ho poggiato il cellulare sul tavolo zozzo di acquetta delle olive e ora puzza di olive nere :pera:
     
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    Cè se imiti il comportamento degli altri per sembrare normale vuol dire che sai cos'è ritenuto normale e quindi sai come bisogna comportarsi nelle situazioni sociali.

    :mm: beh no cioè è una cosa diversa. Zoof forse te non lo sai, non lo so, ma le persone SANNO come ci si comporta in maniera automatica, normale. Io quando l'ho scoperto sono rimasta traumatizzata. Ma tutti quei sorrisi finti, il come stai, i saluti, e il conseguente parlare di quelli che si sono appena salutati con chi è rimasto con te, tutto questo le persone non lo apprendono consapevolmente, gli esce fuori. Le small talk, tutto. E non sto parlando di gente scema che dice cose inutili. Per esempio i genitori di chii sono molto intelligenti e delle bellissime persone e loro sono così, capiscono le persone, parlano, COMUNICANO e capiscono se c'è qualcosa che non va, ma anche chii (ti amo puttana :così:), se vede qualcosa di strano mi chiede cos'ho, e ogni tanto mi chiede a cosa io stia pensando. Le persone generalmente lo sanno fare. E' un'abilità che hanno di meno tipo i nerd, quelli di tumblr, i membri di alcuni forum, ecc... perché preferiscono la comunicazione online che non è non verbale. Quindi sembra anche normale, ma è un'illusione :girl: le persone capiscono cosa altre persone stanno pensando, provando, e cosa ci si aspetta che loro facciano. Ho mille esempi, ne faccio un paio. A Chieti ero in macchina con i genitori di una mia amica e loro hanno iniziato a parlare di persone, focalizzandosi su cosa queste persone vogliono, pensano, sentono (dicendo anche un sacco di cazzate per me). Poi tutte le coinquiline che ho avuto nella mia vita erano così neurotipiche da soffrirci proprio :pera: Parlano di quello che pensano le altre persone. Hanno poche idee sugli oggetti, vivono in larga parte nel contesto sociale e non hanno passione per le cose. Io invece amo le cose al pari dell persone. Non dico gli oggetti, ma i fenomeni o le realtà i paesaggi le informazioni. :eric: Io ho sempre vissuto in una famiglia abbastanza autisticoide, rapportarmi con l'esterno è a volte impossibile perché mi sembra di venire da un altro pianeta. :pera: Tipo perché le persone fanno alcune cose, in passato mi venivano proprio i meltdown e ero selvaggia ma a partire dalle scuole superiori ho capito che per avere amici devi fare finta di essere normale. Che poi non c'è nulla di male, nel senso che per me cambiare è giusto e normale, e per fortuna che sono di questo parere. Penso che se non mi fossi limitata i primi giorni e non avessi tentato di far funzionare la mia amicizia con yama evitando di farle vedere quanto fossi fuori di melone lei non mi avrebbe mai cagata. Quindi è questo. Se imiti quello che fanno gli altri non lo fai perché sei come gli altri, solo perché sei abbastanza intelligente da capire come si fa a far finta (e che ti conviene farlo). Io mi ricordo, non so se yama se lo ricorda, che i primi anni delle superiori quando qualcuno mi chiedeva "vieni al bagno con me?" io dicevo "no". Oppure me ne andavo alle macchinette da sola senza dire niente a nessuno, senza chiedere di essere accompagnata, non capivo, poi mi sono fatta convincere e ho capito quale fosse lo scopo di andare insieme alle macchinette. E' un tratto comune tra le ragazze aspie il conformismo e io mi ci rivedo perché a partire dalle medie ho tentato di diventare come gli altri (specifico che le mie compagne di classe mi facevano terrorismo psicologico per escludermi e farmi capire che non ero come loro) e questa cosa mi ha aiutata tantissimo perché l'importante è come la vivi no? Se pensi di starti facendo un torto la vivi male, se pensi di voler raggiungere uno scopo e di volerti migliorare allora la vivi bene. Mo il giorno dell'esame per l'erasmus stavo in angoscia perché ero sola e non sapevo dove dovessi andare o che tipo di compito fosse e c'era una confusione terribile. Ho incontrato una compagna di corso e ho fatto di tutto per non farmi lasciare da sola. Ho mentito nel mio comportamento per evitare di essere lasciata lì e ho fatto benissimo perché altrimenti l'ansia sarebbe montata e l'esame sarebbe andato male. Quindi ho sorriso e le ho fatto delle domande personali. Cioè sudavo freddo perché non sapevo che dire o come dirlo ma io ho cercato di fare le domande più comuni prima di sbilanciarmi esternando qualche mio pensiero.
    Poi non tutti sono uguali, ecco perché ci sono tante domande in questo quiz e non solo una, perché c'è una correlazione tra l'asperger e l'imitare il comportamento degli altri, ma non è completa, quindi ci sono degli aspie che non lo fanno, ma il tratto è abbastanza frequente da rientrare tra le domande.
    Imitare significa studiare e mettere in scena un copione. Capire PERCHE' le persone si comportano così è un'altra cosa. E' come dire che Jim Parsons conosce la fisica perché in the big bang theory è un fisico teorico. Poi ovviamente assumendo i comportamenti degli altri e studiandoli piano piano impari a capire il perché di certe azioni che prima ti erano oscure, e impari.

    Perché ho scritto tutto ciò non lo so, mi lascio prendere la mano :pera:
     
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    CITAZIONE (Krigerinne @ 4/4/2015, 18:14) 
    beh no cioè è una cosa diversa. Zoof forse te non lo sai, non lo so, ma le persone SANNO come ci si comporta in maniera automatica, normale. Io quando l'ho scoperto sono rimasta traumatizzata. Ma tutti quei sorrisi finti, il come stai, i saluti, e il conseguente parlare di quelli che si sono appena salutati con chi è rimasto con te, tutto questo le persone non lo apprendono consapevolmente, gli esce fuori.

    Ho smesso qua :??: ma solo perché il mio "blocco" è racchiuso in questa sola parte. Una discussione che per me è facile è qualcosa di preciso e inquadrato, la chiaccherata del più e del meno per me è un navigare a vista. Se mi chiedono "come va all'uni" io lo concepisco come qualcosa di sfocatissimo, rispondo in 30 secondi e un qualunque proseguio è tutto sulle spalle del mio interlocutore. Ma anche quando parlo di qualcosa di particolarmente mirato, posso dialogare senza dover cercare ogni parola anche se sarei comunque uno che parla poco e solo dopo un bel po' di confidenza riesce a intervenire in modo considerevole. la cosa paradossale è che non è colpa del fatto che non so cosa dire, semplicemente non esprimo buona parte delle cose perché non ne trovo un motivo valido. per dire, una sera due amici erano immersi in un dibattito metafisio-ontologico, in cui io avrei avuto molte cose da dire, ma ho fatto qualche intervento verso la fine con cui in 3 parole ho conciliato i loro punti di vista e mi hanno guardato come se fossi un alieno-templare-illuminato.
    Sostanzialmente per me "attaccare bottone" è un concetto che non esiste. Mi mancano quelle 4 parole di esordio che equivalgono a "stasera / figa / calcetto / ex di 10 anni fa / figa" e il solo provarci mi fa vomitare il cervello.

    Edited by Etna - 4/4/2015, 19:41
     
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  7. zoof
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    ma le persone SANNO come ci si comporta in maniera automatica, normale.

    intendi che lo fanno perché gli viene e basta? Beh teoricamente è per questo che sono "persone normali"
    CITAZIONE
    Quindi sembra anche normale, ma è un'illusione :girl:

    qual è il soggetto di questa frase :mm:
    cè è un'illusione che le persone sanno cosa pensano gli altri? :krigerinne:
    o forse intendi le persone sui forum ?
    non ho capi
    CITAZIONE
    Parlano di quello che pensano le altre persone.

    sembra che non consideri il fatto che quando le persone "parlano di cosa pensano le altre persone" in realtà parlano di cosa credono che gli altri pensino, a volte ci prendono ma di solito no eh :azrael:

    CITAZIONE
    Hanno poche idee sugli oggetti, vivono in larga parte nel contesto sociale e non hanno passione per le cose. Io invece amo le cose al pari dell persone.

    Vabe ma sono solo delle persone superficiali e noiose :krigerinne:
    Non credo che c'entri con l'essere o meno neurotipici.
    CITAZIONE
    poi mi sono fatta convincere e ho capito quale fosse lo scopo di andare insieme alle macchinette.

    qual è lo scopo? :krigerinne:
    cè io non capisco che senso abbia fare una cosa se non senti di doverla fare. Ma questo perché sono io boh, si vede che non ho bisogno di fare cose sociali solo perché "devo", perché il mio lato neurotipico mi permette di non isolarmi per sempre :morfeo: (?)
    Tipo questo esempio delle macchinette o dell'andare al bagno insieme, io non lo facevo sempre, però quando lo facevo non era una forzatura. Sto pescando tutti episodi del genere dalla mia memoria :morfeo: la cosa comune a questi ricordi è il fatto che stavo parlando/scherzando con un'amica. Cè la cosa di stare al bagno era marginale. L'accompagnamento :morfeo: aveva senso perché mi interessava/divertiva quello di cui stavamo parlando :azrael:
    e cè sta cosa di comportarsi in un modo solo per essere accettati in un gruppo (che poi entri nel gruppo e ti fai due palle così) o essere amichevole per motivi strumentali, quindi fingere, la sento come una cosa soffocante e sbagliata. Tipo un tradimento della mia natura :krigerinne:
    Per esempio, non sei la prima persona che stimo e apprezzo :morfeo: che mi fa questo discorso:
    CITAZIONE
    l'importante è come la vivi no? Se pensi di starti facendo un torto la vivi male, se pensi di voler raggiungere uno scopo e di volerti migliorare allora la vivi bene.

    mi chiedo se non sono io a sbagliare, forse sono troppo orgogliosa e testarda :krigerinne:
    sicuramente se all'università ho dei problemi è colpa di 'sta cosa, cè è colpa mia. Ma proprio non ce la faccio.
    Tipo ho ricordi del liceo in cui i professori criticavano il mio essere introversa come se fosse una cosa da debellare (sicuramente lo facevano con le migliori intenzioni, ma cè ma chi cazzo ti conosce :morfeo:) e mi proponevano come esempio elementi della classe che consideravano caratterialmente vincenti, non so.
    Io li consideravo dei coglioni totali comunque.
    e sempre tutti a dirmi, più o meno scherzosamente, che sono una disadattata.
    Cè sta cosa la prendevo con tanta tigna che a volte mi comportavo in modo volutamente eccentrico solo per dimostrare che non mi interessava e stavo benissimo così :okko: rabbia giovanile
    certe volte ancora lo faccio :okko:

    CITAZIONE
    Sostanzialmente per me "attaccare bottone" è un concetto che non esiste. Mi mancano quelle 4 parole di esordio che equivalgono a "stasera / figa / calcetto / ex di 10 anni fa / figa" e il solo provarci mi fa vomitare il cervello, ma questa è una cosa parallela anche ad una mia filosofia "etica".

    bravo :yama: poi cè penso che i tuoi amici lo sappiano e ti apprezzino così come sei
    io tipo ti apprezzo così come sei, per quel poco che so di te, sicuramente non ti apprezzerei se parlassi di calcetto figa etc. :azrael:
     
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    qual è il soggetto di questa frase :mm:
    cè è un'illusione che le persone sanno cosa pensano gli altri? :krigerinne:
    o forse intendi le persone sui forum ?
    non ho capi

    E' un illusione il fatto che le persone non siano capaci di fare small talk. Cioè io almeno fino a pochi anni fa ero convinta che le difficoltà che avevo io ce l'avevano tutti, ma gli altri erano più bravi a mentire. Magari era solo na cosa mia...

    CITAZIONE
    sembra che non consideri il fatto che quando le persone "parlano di cosa pensano le altre persone" in realtà parlano di cosa credono che gli altri pensino, a volte ci prendono ma di solito no eh :azrael:

    E' un concetto molto articolato.

    CITAZIONE
    In termini cognitivi, (la Metacognizione) è la fondamentale capacità umana di comprendere e riflettere sul proprio e l'altrui stato mentale, e sulle proprie ed altrui percezioni, riuscendo così a prevedere il proprio e l'altrui comportamento. È questo il significato che viene sviluppato nell'ambito degli studi metacognitivi.

    La percezione comprende sensazioni, credenze, sentimenti, disagi, ecc. Tale abilità cognitiva si acquisisce normalmente intorno ai 3-4 anni e gli adulti ne fanno uso nella vita di tutti i giorni senza averne consapevolezza.

    Se una coerente teoria della mente non si forma adeguatamente nel bambino, possono svilupparsi deficit e patologie molto serie: molti studiosi ad esempio ritengono che l'autismo possa collegarsi ad un deficit in termini di costruzione e rappresentazione interna della propria teoria della mente.

    E' vero che le persone pensano cose sbagliate sugli altri, ma è un processo euristico volto a massimizzare i risultati minimizzando l'investimento di energia. Un processo euristico avviene senza sforzo nel neurotipico. Una persona autistica non ha questi indizi euristici quindi se cerca di "buttarsi" fa errori madornali. Gli resta solo la via sistematica, la via dell'algoritmo che si contrappone all'euristica ma che richiede molte più energie e che non è automatica. Il problema dell'euristica infatti è che spesso sbaglia.

    CITAZIONE
    qual è lo scopo? :krigerinne:

    Socializzare :krigerinne:

    CITAZIONE
    la cosa comune a questi ricordi è il fatto che stavo parlando/scherzando con un'amica. Cè la cosa di stare al bagno era marginale. L'accompagnamento :morfeo: aveva senso perché mi interessava/divertiva quello di cui stavamo parlando :azrael:

    Questo mi sfuggiva. Cioè tipo alle medie io non è che stavo parlando con un'amica e allora ci avviavamo al bagno parlando e scherzando. Così pure all'inizio delle superiori.
    Forse perché te mi conosci mo ma mo ti scrivo come percepivo io la cosa:
    Sono in classe e nessuno vuole parlare con me, Barbara mi chiede se la voglio accompagnare in bagno e io penso che il bagno sia un posto di merda, le dico "no non vengo", ma non capisco perché nessuno voglia parlare con me.
    Questo era.
    Cioè non capivo che "mi accompagni in bagno?" significasse "voglio fare amicizia". Per me era inconcepibile, cose agli antipodi proprio. Pensavo volesse sfruttarmi per reggerle la porta. Forse perché con la mia inettitudine non avrei parlato di niente e sarei finita probabilmente solo a reggerle la porta rinforzando in me la convinzione che lei mi stesse sfruttando.

    No non ho mai cercato di entrare in un gruppo perché non ero brava a parlare con più di una persona allo stesso momento, anzi... Ma cercavo di farmi piacere dalle persone che mi piacevano perché non fa stare bene sentirsi disprezzati.
    Cioè alla fine dipende pure dalle esperienze che hai fatto no?

    CITAZIONE
    mi chiedo se non sono io a sbagliare, forse sono troppo orgogliosa e testarda :krigerinne:
    sicuramente se all'università ho dei problemi è colpa di 'sta cosa, cè è colpa mia. Ma proprio non ce la faccio.

    Ma alla fine per me non è che c'è un modo giusto e uno sbagliato èh, te fai bene a essere così come sei. (brava la mia ragazza :girl:) Poi i fatti della vita e le predisposizioni personali ti portano a sviluppare la tua strategia personale. Tu ce la fai traendo la tua forza nel perseguire il modo in cui sei. Ognuno prende la forza da qualche parte èh, è la stessa minestra riscaldata. Fai la dura (non tu, una persona) e la bulla perché sotto sotto sei fragile, oppure fai la vittima perché sotto sotto sei fragile. Sono due modi di merda di reagire, ma servono allo stesso scopo...

    Personalmente mi ritengo una persona molto incoerente. Nel senso che ho una bassa spinta alla coerenza, un buon (né alto né basso) automonitoraggio e poca tendenza alla chiusura. Questi che ho elencato sono tratti di personalità fissi. Tu probabilmente se ti conosco hai una buona spinta alla coerenza, basso automonitoraggio e un buon bisogno alla chiusura.

    Automonitoraggio = tendenza a comportarsi in maniera diversa in diversi contesti, assecondando gli altri o le situazioni, in pratica è l'osservare il proprio comportamento giudicandolo dall'esterno. Non vorrei sbagliare ma penso sia correlato al conformismo
    Bisogno di chiusura = bisogno di credere in cose che non siano ambigue, bisogno di certezze (cioè io penso che il libero arbitrio esista, e anche che non esista, mi sta bene questa spiegazione e non sento la necessità di chiarirla)

    Io non capisco la domanda: "chi sono io?" E' una pippa mentale troppo alta, io sono più terra terra, non mi frega di comportarmi diversamente da come sono perché qualsiasi cosa io faccia sono sempre io che l'ho scelta e che l'ho fatta. Vorrei cambiare personalità ogni giorno e non mi preoccupo minimamente di risultare incoerente con me stessa o di tradirmi. Seguo la filosofia di Rimbaud quando diceva di voler essere tutti gli uomini :eric:
    Ma se questo non fa stare male me magari fa stare male te quindi è giusto che tu segua la tua via *uccellino che spicca il volo*.

    Etna la seconda parte che hai descritto è più che altro riservatezza. :qwqw:

    Probabilmente sicuramente sei più riservato di me, io sento bisogno di dire quello che penso, pure se so stronzate. Se voglio dire una cosa che può farmi apparire strana la dico comunque camuffandola per farla sembrare più accettabile.
     
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  9. zoof
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    Cioè io almeno fino a pochi anni fa ero convinta che le difficoltà che avevo io ce l'avevano tutti, ma gli altri erano più bravi a mentire. Magari era solo na cosa mia...

    quindi confermi che non è una cosa forzata per tutti?
    non voglio crederci :pera:
     
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    Potrei dirti di no ma sarebbe una bugia :megl:
     
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    CITAZIONE (zoof @ 4/4/2015, 19:42) 
    bravo :yama: poi cè penso che i tuoi amici lo sappiano e ti apprezzino così come sei
    io tipo ti apprezzo così come sei, per quel poco che so di te, sicuramente non ti apprezzerei se parlassi di calcetto figa etc. :azrael:

    no...
    per la quasi totalità dei miei amici sono un membro troppo esterno delle compagnie per poter essere conosciuto così bene. Ciò non toglie che abbia (pochi) buoni amici anche tra loro o comunque persone per cui anche la mia presenza è importante. In generale sono poche le persone che colgono la mia anormalità sociale senza considerarla un marchio a fuoco o un difetto, e non a caso sono quelli che vedo più di frequente e che il mio Thumos interiore non disprezza.
    C'è da dire che il frequentare gente dell'uni ha virtualmente risollevato tutto ciò come mai prima d'ora
    CITAZIONE (Krigerinne @ 4/4/2015, 20:49) 
    Probabilmente sicuramente sei più riservato di me, io sento bisogno di dire quello che penso, pure se so stronzate. Se voglio dire una cosa che può farmi apparire strana la dico comunque camuffandola per farla sembrare più accettabile.

    più sì che no: a volte, ultimamente pochissimo ma solo ultimamente, arrivo a inevitabili saturazioni, in cui il mio bisogno sociale esplode, e ho bisogno di parlare di cose, le prime che mi vengono, del tipo che uno che non mi conosce pensa che abbia tirato di naso :??: . quando ero più piccolo alcune volte non riuscivo nemmeno a parlare a bassa voce o a stare seduto senza agitarmi, e tutto ciò mi faceva ottenere l'effetto opposto a quello che desidero, finivo per dare solo fastidio e tornavo nel mio angolino.

    Edited by Etna - 5/4/2015, 15:07
     
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    Che bello che è quando ci raccontiamo le cose :pera:
     
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    Ah e ovviamente io dico che fingo quando mi serve. Cioè tipo reprimo una parte per convivere con le mie coinquiline, oppure imito gli altri quando devo comunicare con le persone in università ad esempio per estorcere informazioni che sono sempre l'ultima a sapere le cose, o per fare proprio due chiacchiere che sennò davvero davvero a chieti muoio di isolamento. Non mi metto a fingere con gli amici.
     
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    Io fingo con alcuni amici degli amici
     
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